Rebirthing

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Mah
view post Posted on 27/9/2014, 10:58 by: Mah




CITAZIONE (Mah @ 9/9/2014, 00:01) 
uno studio che avrebbe avuto risultati positivi è piuttosto sbrigativo e non descrive modalità e esiti - vedremo comunque se si riesce ad approfondire

Nel post precedente avevamo riferito di aver trovato citato uno studio. Si faceva riferimento al libro di Arturo De Luca, Rebirthing : la terapia della rinascita, Milano : Xenia, 1995. Così l'abbiamo letto per vedere cosa diceva. Sfortunatamente non abbiamo trovato molto di più di quanto veniva riferito da chi lo citava. Se ne parla alle pp.270-272 dove l'autore dice che, insieme ad un'altra persona, ha effettuato uno studio sull'asma bronchiale e sarebbe risultato che il rebirthing avrebbe limitato "il senso di oppressione e la forza degli attacchi" (p.272). Purtroppo neppure qui si capisce come si è giunti a tal conclusione e quali controlli sono stati adottati nello svolgere lo studio. Il grafico di p.271 non ci ha aiutati a capire.

Non ci sono rinvii a studi clinici controllati neppure per altri disturbi per i quali, secondo l'autore, il rebirthing sarebbe efficace: pertosse (p.272 - positivo è comunque che si parli di "affiancare al trattamento farmacologico tradizionale"), rinite (pp.272-274), enfisema (p.274 - si parla genericamente di studi, ma senza dare riferimenti precisi), ansia e depressione (p.283), insonnia (p.284), fobie (pp.284-286), nevrosi traumatiche (p.286), stati catatonici, alcoolismo e tossicodipendenza (pp.286-287 - ma "usando la massima prudenza"), schizofrenia e disturbi borderline (pp.287-288).

Nel libro si dice che il rebirthing potrebbe offrire un aiuto anche a chi è colpito da lutti e perdite, attraverso un "riequilibramento biologico ed energetico del corpo emotivo e dei chakra" (p.284), un'espressione cui non si riesce a dare un significato dal punto di vista scientifico. Per quanto riguarda i chakra (di cui si parla alle pp.133-134, 243-256, 295-298, 304), fanno parte di una vecchia concezione orientale del corpo umano che, come la teoria degli umori ideata in Occidente, può ormai avere solo un interesse storico e non ha alcun rapporto con la reale fisiologia umana. Lo stesso si deve dire del "centro hara" (p.295). Anche il concetto di "riequilibramento energetico", in voga tra i cultori della new age e delle "medicine alternative", fa riferimento a una visione non scientifica della fisiologia umana nella quale si immagina una presunta energia vitale come il qi (si può trovare scritto anche nella forma chi - pp.42-45) o il prana (pp.45-47) delle tradizioni orientali (l'autore cita inoltre lo pneuma greco - pp.47-48).

Qui e in altri passi del libro è chiaro che l'autore usa il termine "energia" in un modo che non corrisponde alla definizione scientifica di energia, come si vede per esempio in questa affermazione: "La spina dorsale è un autentico pilastro di collegamento tra le energie che ci legano alla Madre Terra e le forze creative che ci raggiungono dall'alto" (p.267). Parlando dei "sette corpi del pianeta vivente", l'autore scrive che uno di essi sarebbe l'etere, presentato come "sorgente primordiale di ogni energia" e "una specie di riserva magnetica dell'energia mentale accumulata da tutti gli esseri viventi" (p.172). In quest'ultima definizione compare anche il magnetismo, ma è evidente che anche in questo caso non c'è alcun rapporto con il significato scientifico del termine.

Come il "pianeta vivente", anche noi umani avremmo più di un corpo. Oltre al corpo fisico, secondo le idee sostenute nel libro, avremmo anche un "corpo eterico", un "corpo astrale" (detto anche "aura" o "corpo bioplasmico") e un "sé transpersonale" (pp.240-243). Secondo l'autore, addirittura, "la bioenergetica di Reich è riuscita a dimostrare l'influenza del corpo eterico" (p.240 - della bioenergetica e degli orgoni di Wilhelm Reich si parla alle pp.146-154, 181-183). In realtà, fatta eccezione ovviamente per il corpo fisico, per il resto si tratta di affermazioni che non hanno fondamento scientifico.
Secondo l'autore, "il trauma della nascita domina tutta la vita dell'individuo" (p.109), ma sarebbe possibile effettuare una "profonda regressione fino alla nascita" (p.216) in modo da rivivere e superare tale trauma (pp.66-68, 86-88). Ancora una volta si tratta di affermazioni che non hanno riscontro scientifico: le neuroscienze ci dicono che non è possibile ricordare, con qualunque tecnica, il momento della nascita e tanto meno c'è alcun motivo per pensare che tale momento possa costituire un trauma permanente nella vita di una persona.

L'autore si spinge persino più indietro della nascita, suggerendo che per superare nevrosi traumatiche si possa "ricondurre molto indietro nel tempo il soggetto, fino a captare le primitive esperienze sensoriali legate al momento della nascita e alla vita fetale" (p.286) e addirittura, chiamando in causa Ronald Laing, arriva all'ipotesi di un "trauma da impianto" corrispondente alla fecondazione dell'ovulo (p.116). Non ci si ferma neppure lì: ci sarebbe anche l'influenza delle vite passate (p.99 - l'autore parla di "realtà inconfutabile della sopravvivenza dell'anima e del karma").

Del tutto prive di fondamento sono le associazioni tra il tipo di parto e le caratteristiche della persona, improntate spesso a ingenue analogie. Se alla nascita c'è stata una rottura prematura delle membrane (il cosiddetto "rompere le acque"), per esempio, la persona tenderebbe a sviluppare una fobia per l'acqua, cui si unirebbe la predisposizione all'anoressia e a crisi di vomito e ad affrontare gli ostacoli con sforzo e sofferenza (pp.88-89). L'uso, da parte della madre di analgesici, antispastici e anestetici favorirebbe la tendenza all'abuso di alcool e droga, alla fuga dalla realtà, all'irresponsabilità (pp.89-90). Chi nasce con parto podalico avrebbe la tendenza a "voltare le spalle alla vita", con atteggiamenti di sfiducia, rinuncia e timidezza (pp.89-90). Si racconta persino che una ragazza avrebbe sofferto di vertigini e avrebbe avvertito disagio negli aeroporti perché alla nascita, estratta con l'aiuto del forcipe, era stata tenuta sospesa in aria per quasi un minuto (p.108).

Nel libro si parla anche di "medicina ayurvedica" (pp.125-126) e si cita il reiki (p.224), ma si tratta di pratiche che, alla prova dei fatti, non hanno mostrato alcuna efficacia. Del tutto infondata è poi l'affermazione che "molte malattie, come il cancro e l'Aids, [...] si svilupperebbero proprio da forme profonde di conflittualità interna e di autopunizione" (pp.310-311).

In conclusione, neppure in questo libro abbiamo trovato alcun fondamento scientifico del rebirthing. Al contrario, il testo propone affermazioni non appoggiate e, anzi, in contrasto con le conoscenze scientifiche.
 
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2 replies since 8/9/2014, 23:01   264 views
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