"Porta a porta", Rai Uno, 8 aprile 2010
Il mistero della SindoneBruno Barberis (direttore del Centro Internazionale di Sindonologia) dice che sulla Sindone c'è sangue umano di gruppo AB. Indica una colatura di sangue a fdrma di epsilon e dice la forma sembra derivare da movimenti del capo.
Gian Maria Zaccone dice che non ci sono altri casi di supplizi tramite una corona di spine e che comunque più che di una coronacon la forma di un serto doveva trattarsi di un casco.
Bruno Vespa (che, come sapete, è il conduttore della trasmissione) dice che ci sono "tante coincidenze, forse troppe" e che è rimasto sorpreso dal fatto che tutte le antiche raffigurazioni di Gesù corrispondono all'immagine della Sindone. (ndr: va be', ma questo non dimostra che è autentico: se uno volesse fare una falsa immagine di un personaggio è ovvio che si rifarebbe all'iconografia conosciuta)
Zaccone dice che si vedono i segni dei tassilli del flagello e delle corregge che legavano le gambe e che si possono contare oltre 120 segni di flagellazione (per sapere il numero dei colpi bisognerebbe sapere quanti tassilli aveva il flagello).
Don Giuseppe Ghiberti dice che sulla Sindone ci sono zone più scure dove passava la trave della croce sostenuta dal condannato.
Barberis dice che sulle ginocchia ci sono tracce di terriccio e che si può fare un confronto sinottico tra vangeli e Sindone.
Zaccone dice che nel '300 non c'erano le capacità per fare un falso che dovrebbe essere così raffinato.
Barberis dice che allora non si conosceva la circolazione del sangue e conoscerla era necessario per riprodurre alcuni effetti del sangue.
Piero Savarino (consulente scientifico del custode della Sindone) dice che sulla Sindone non ci sono pigmenti né veicolanti (p.e. bianco d'uovo, usato dai pittori). Dice che non c'è p.e. ossido di ferro e che la concentrazione del ferro è uguale sia dove c'è l'immagine che dove non c'è.
Vespa si lancia nel ruolo di difensore della Sindone e dice che nel 2010 non c'è più nessuno che dice che è un dipinto.
Savarino lo corregge dicendo che invece c'è chi lo dice e fa l'esempio della teoria secondo la quale la Sindone sarebbe stata dipinta da Leonardo, precisando che non ha alcun fondamento. (ndr: su questo non c'è dubbio: la Sindone già esisteva prima che nascesse Leonardo)
Zaccone dice che la ferita al costato ha le labbra aperte e il sangue è già coagulato, diversamente da quello uscito dai polsi.
Vespa esagera nello zelo e chiede se lo si sa da un esame chimico, all'apparenza convinto di ricevere una risposta positiva.
Zaccone risponde invece di no e che si è arrivati alla conclusione da un'analisi visiva.
Nello Balossino (vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia) dice che le fotografie della Sindone fatte da Secondo Pia hanno dato il via a studi più approfonditi, anche dal punto di vista medico-legale (dice che quanto detto sinora nella trasmissione deriva dall'analisi di quelle foto) e hanno permesso per la prima volta di vedere bene com'era il volto dell'uomo sindonico. Dice che il sangue presente sulla Sindone può essere distinto in venoso, arterioso e post-mortem e che è inverosimile che un falsario pensasse a usare tre tipi di sangue diverso.
Ghiberti dice che Gesù potrebbe aver avuto un principio di infarto già nel Getsemani e che quindi l'agonia sulla croce può essere stata più breve di quanto ci si potesse aspettare.
Mechthild Flury-Lemberg, esperta di storia tessile che ha curato un intervento sulla Sindone (con la rimozione delle toppe messe per riparare i danni prodottisi nel corso di un incendio), dice che la Sindone è fatta con un lino di altissima qualità con una struttura a spina di pesce analoga a quella di altri teli trovati a Masada. Dice che nulla può contraddire l'ipotesi che risalga al I secolo. Viene mostrata un'immagine del 1191 trovata nella biblioteca tedesca di Budapest e la studiosa indica che Gesù è raffigurato con le braccia incrociate come nella Sindone e che sul telo in cui viene deposto si vede la struttura a spina di pesce. (Questo dovrebbe provare che la Sindona esisteva già nel 1191.)
Savarino dice che sulla Sindone sono stati trovati pollini di tre tipi caratteristici della zona israeliana-palestinese e quindi la Sindone sarebbe in effetti stata in Palestina. Dice comunque che ci sono state obiezioni a questi risultati perché il numero delle unità polliniche esaminato era molto basso.
Vespa esagera ancora con lo zelo dicendo che un cronista della quarta crociata parla della Sindone.
Zaccone lo blocca ancora: il cronista parla di un'immagine, ma la descrizione è carente e non si può dir nulla con certezza.
Vespa allora dice che la prima testimonianza storica certa è a Costantinopoli.
Zaccone lo bacchetta ancora: no, è in Francia, nel '300.
Vespa, forse un po' piccato perché Zaccone continua a correggerlo, stavolta replica che no, prima è stata a Costantinopoli e poi l'han portata in Francia (ndr: ovviamente ha ragione l'altro) e fa partire un servizio.
In questo servizio si dice che il Mandylion, di cui si parla già nel 943, potrebbe essere stato la Sindone: si diceva che era piegato doppio per quattro volte, quindi se ci fosse stato solo il volto, non si sarebbe visto molto, mentre se c'era tutto il corpo, piegato 8 volte poteva mostrare il solo viso.
Vespa riprende la parola dicendo che la prima notizia sicura è del 1357, in Francia (ndr: cioè quello che diceva Zaccone).
Quindi ecco un altro servizio che parla dei Templari e dice che l'idolo che si dice che i Templari venerassero potrebbe essere stata proprio la Sindone.
Vespa allora si lancia e chiede se la Sindone non potrebbe essere stata oggetto di una venerazione impropria.
Zaccone, tanto per cambiare, lo contraddice dicendo che non c'è nulla che possa far pensare ad un uso improprio della Sindone. Dice anche che il vescovo locale, quando apparve, era ostile alla reliquia ritenendola un falso.
Parte un servizio che mostra l'annuncio del cardinal Ballestrero, vescovo di Torino, dei risultati dell'esame al C14 del 1988: tra il 1260 e il 1390. Si vede il prelevamento di un campione tagliando una striscia di tessuto da cm 7 x 1, poi divisa in tre parti da affidare a tre diversi laboratori. (ndr: le persone che fanno questa operazione sono a mani nude: ma non era logico aspettarsi che mettessero guanti di lattice?)
Savarino prende in esame due ipotesi fatte per contestare il risultato. 1) La sostituzione dei campioni, ipotesi che dice infondata e da scartare. 2) Un'alterazione della presenza di C14 in seguito all'incendio di Chambéry: dice che ciò che accade in questi casi non è ben conosciuto, tuttavia un'alterazione di 1300 anni non è credibile.
Balossino dice che le modalità dell'esecuzione dell'esame al C14 non sono state perfette. Dice che doveva essere fatto alla cieca e che ci voleva un protocollo più rigoroso che stabilisse, per esempio, che i tre laboratori non potessero comunicare tra loro. Dice che l'immagine ha una tridimensionalità che non si trova nei dipinti, che è incompatibile con l'ipotesi di un falso del '300 e che è stata scoperta solo con il computer.
Vespa fa ancora lo zelantone e chiede retoricamente come è possibile sostenere che sia del '300.
Barberis dice che l'unica spiegazione è che abbiano usato un cadavere.
Lina Sastri interviene dicendo con enfasi che "non è credibile assolutamente" che sia un falso del '300 (ndr: non so però se il suo parere così perentorio sia poi così autorevole: nel programma l'hanno presentata solo come attrice che ha interpetrato la Madonna in un film, il che non costituisce un motivo di autorevolezza).
Vespa si lancia ancora nel ruolo dello zelante e dice che i pregiudizi hanno contagiato anche gli scienziati.
Savarino dice che i campioni dati ai tre laboratori provenivano da un'unica striscia. Dice che "Nature" parlò di 3 campioni da 50 mg, mentre un laboratorio ebbe in realtà non un pezzo da 50 mg, ma due pezzi da 30 e 20 mg.
Vespa, nonostante sia già stato bacchettato più volte quando ci ha tentato, si improvvisa nuovamente espertone mondiale e commenta con fare saputo che scientificamente non è la stessa cosa.
Savarino lo corregge dicendo che scientificamente è assolutamente la stessa cosa (ndr:
) e che lo stava riferendo solo per dire che questa apparente discrepanza è diventata un appiglio per chi sostiene che ci sia stata una sostituzione di campioni (ndr: ipotesi alla quale Savarino non crede, come ha detto in precedenza). Dice che uno studioso ha ipotizzato che nella zona da cui è stata tagliata la striscia ci fossero rammendi, ma l'esame di Mechthild Flury-Lemberg l'ha escluso.
Flury-Lemberg (anche lei presente in studio, come già visto sopra) conferma di persona.
Vespa chiede perché non si fa nuovamente un esame.
Ghiberti dice che l'esame con il C14 non dà sicurezza assoluta e quindi sarà l'ultimo da fare.
Pierluigi Baima Bollone (in un'intervista trasmessa) dice che sulla Sindone c'è sangue umano del gruppo AB e che ha studiato i polimorfismi del dna. Dice che è ragionevole pensare che l'uomo della Sindone sia davvero Gesù.
Savarino dice che il sangue si potrebbe datare, ma non è stato fatto e non sembra fattibile: bisognerebbe prelevare mg di materiale e si rovinerebbe la Sindone.
Edited by Fljll Flòi - 25/5/2010, 10:35