La Sindone

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Fljll Flòi
view post Posted on 4/6/2008, 12:07




Voyager, RaiDue, 2 giugno 2008

Sindone: un nuovo codice?

A fine anni '70, ci dice Voyager, è stato realizzato un programma per computer per analizzare le caratteristiche delle stelle. Usandolo su immagini della Sindone si sarebbe scoperto che da immagini bidimensionali si arrivava a immagini tridimensionali. La Sindone sarebbe quindi un "ologramma quantico".
A questo punto si domandano, a proposito della Sindone: "contiene messaggi da un altro tempo? da una diversa dimensione?" :wacko:
E ancora: la "rivoluzione quantica" può portarci oltre? "L'universo è regolato da leggi completamente diverse da quelle che conosciamo?" :blink:

Isabel Piczek, presentataci come fisico delle particelle, sostiene che il piano del telo è come un elemento divisorio da cui si proiettano immagini tridimensionali verso l'alto e verso il basso. I muscoli, dice, non sono schiacciati sul sostegno sotto. E' come se il corpo che ha lasciato il segno fosse sospeso in aria, senza gravità. Inoltre l'immagine, dice ancora Piczek, non è distorta nonostante il lenzuolo dovesse avere delle pieghe.
Tutto questo, secondo Voyager, dice che l'immagine è olografica.

Fred Alan Wolf sostiene che l'elemento divisorio corrisponde all'orizzonte degli eventi della teoria della relatività generale.

Edgar Mitchell, astronauta dell'Apollo 14, dice che l'ologramma quantico è un'immagine proveniente dalle radiazioni emesse da un oggetto. Gli ologrammi quantici identificano gli eventi in modo unico.

A questo punto si dice, per motivi che non sono stati spiegati o che io non mi sono accorto che lo siano stati, che la Sindone potrebbe contenere la descrizione della creazione.

Il "ricercatore" Petrus Soons dice che la Sindone ha tre tipi di segni: 1) sangue, lasciato per contatto diretto, 2) fiori, forse per "effetto corona", 3) immagine del corpo. Solo l'immagine del corpo dà vita a un'immagine 3D. Secondo lui, l'ologramma mostra due oggetti tondi metallici, certamente monete, sulle palpebre e fa notare chiaramente la posizione delle gambe, scarsamente visibili guardando l'originale e inoltre mostra una linea bianca sotto la barba che deve essere un collare. Mentre in sovraimpressione compaiono tre lettere ebraiche tutte diverse l'una dall'altra, lui dice che sono le lettere greche A B A = padre. :blink:

Gary Habermas afferma che, se ciò sarà confermato, è importante perché in linea con pubblicazioni recenti in cui si dice che al centro del Cristianesimo ci sono la natura divina di Gesù e la Resurrezione. (cosa che comunque mi sembra che si dica sin dalle origini del Cristianesimo)
Si dice che le immagini olografiche hanno la particolarità che ogni frammento contiene l'intera immagine e quindi in ogni filamento della Sindone si dovrebbe trovare tutta l'immagine della Sindone, comprese le parti perse nell'incendio.

Conclusione: non ho capito niente! :lol:
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 23/3/2009, 17:17




Il sudario di Cristo, Voyager, Rai Due, 18 marzo 2009

Si comincia parlando della Sindone. Voyager ricorda alcuni argomenti a favore dell'autenticità della Sindone: la trama del tessuto tipica di Siria e Palestina, le particelle di polline, le macchie di sangue della flagellazione e della corona di spine che corrispondono a quanto è detto nei Vangeli (ndr: quest'ultima prova, però, non prova nulla: ovvio che se uno vuole fare un falso, fa corrispondere i segni).
Nel 1988 fu fatta la datazione al C14 in tre diversi laboratori, a Tucson, Oxford e Zurigo, e risultò che era databile tra il 1260 e il 1390.
Molti studiosi (ndr: i soliti "molti" e i soliti "studiosi" di Voyager), però, mettono in discussione questi risultati, parlando di inattendidibilità del metodo, di contaminazione, di complotto. Ma secondo Voyager un altro reperto può far luce sulla datazione: il sudario conservato a Oviedo.
Jorge Manuel Rodriguez, sindonologo, ricorda che nel vangelo di Giovanni si parla di un sudario che viene lasciato a parte all'interno del sepolcro. Dice che già nel 570 un pellegrino aveva raccontato che in un monastero di Gerusalemme si venerava il sudario.
Il sudario di Oviedo misura 84 x 53 cm e ha delle macchie di sangue. Voyager affera che non offre un'immagine tridimensionale come la sindone e che non ha valore artistico (ndr: e perché un sudario dovrebbe avere valore artistico? a meno che non si tratti di un falso...). Viene esposto il venerdì santo nella cattedrale di Oviedo.
Il programma dice che già nel V e VI secolo si parlava del sudario di Cristo, ma per la presenza in Spagna bisogna attendere il VII.
Angel Pandavenes, decano della cattedrale di Oviedo, dice che il sudario è arrivato a Oviedo probabilmente nell'802, portato da re Alfonso II il Casto, proveniente da Toledo che era stata presa dagli Arabi.
Dagli anni '60 del XX secolo il sudario è stato sottoposto a studi. I primi sono dovuti all'italiano Giulio Ricci che cercava concordanze tra il Sudario e la Sindone.
Luigi Baima Bollone, studioso della Sindone, dice che sul sudario ci sono tracce di sangue umano del gruppo AB.
Le macchie rosse sarebbero di sangue e di un liquido polmonare uscito dalle radici. La morte sarebbe avvenuta per soffocamento.
Rodriguez mostra come possono essersi create le macchie avvolgendo un telo sul volto di un tizio (il sindonologo è molto meticoloso: quando toglie il telo dalla testa del tipo, gli rimette a posto un ciuffo). Identifica sul sudario le narici e una macchia sul sopracciglio che corrisponde a una analoga sulla Sindone.
(ndr: a me sembra una cosa pareidolicissima, ma...) Voyager commenta che le macchie sul sudario e sulla Sindone sono "a prima vista uniformi".
Rodriguez afferma che le ferite sulla nuca corrispondono all'80%.
Giacobbo dice che le macchie sono perfettamente sovrapponibili.
Emanuela Marinelli, sindonologa, dice che sudario e Sindone hanno in comune il tipo di filato: le fibrille del lino sono simili nei due casi.
Baima Bollone dice che la torcitura di sudario e Sindone è stata fatta in senso antiorario, mentre in genere era fatta in senso orario, e che questa particolarità ci porta all'rea siro-palestinese.
Marinelli ricorda che Max Frei aveva trovato dei pollini sulla Sindone, ma purtroppo era morto prima di pubblicare l'opera completa, senza aver confidato a nessuno il metodo segreto con cui lavorava e gli altri studiosi non sono riusciti a raggiungere i suoi risultati (ndr: ma non le viene il sospetto che risultati ottenuti con un metodo non conosciuto e che altri non riescono a replicare potrebbero non essere così attendibili, anzi...) nonostante ciò, la sindonologa afferma che i risultati di Frey sono stati "in generale" convalidati.
Voyager afferma che il sangue AB (che sarebbe stato trovato sulla Sindone e sul sudario) è molto raro in Europa, ma diffuso tra le popolazioni mediorientali e che c'è una "buona probabilità che l'uomo del sudario e quello della Sindone siano la stessa persona".
Gli esami del C14, dice Voyager, hanno però datato il sudario al VII sec.
Rodriguez dice che non dubita della prova del C14, ma afferma che è particolare il campione usato: nel sudario ci sarebbe più carbonio di quanto ce ne sia normalmente nel lino e questo spiegherebbe la presenza di una maggiore quantità di C14 e la conseguente datazione.
Anche Marinelli dice che il problema è nel campione, così come Baima Bollone che afferma che con i tessuti antichi ci sono difficoltà a dare datazioni attendibili.
C'è anche chi ha detto che è stato Leonardo a dipingere la Sindone. Ovviamente è assurdo e lo dice anche Giacobbo, il quale si concede una battuta sarcastica: "quando si vuol fare notizia" si tira in ballo Leonardo... Vero, ma... lo dice proprio lui??? :lol: Voyager è fondata sul tirare in ballo assurdità per fare notizia!
Marinelli dice che ci sono prove dell'esistenza della Sindone anche prima dell'età alla quale è stata assegnata dall'esame del C14 e che ciò è stato riconosciuto da diverse équipe. Chi non lo riconosce, a suo parere, fa una negazione ad oltranza che non ha ragione di essere. Ammette però che le fonti danno qualche problema (ndr: in altre parole: nelle fonti prima di quella data, ci sono accenni vaghi che potrebbero essere interpretati come riferimenti alla Sindone, ma nulla ci garantisce che lo siano davvero).
Alessandro Piana dice pure lui che ci sarebbero prove storiche dell'esistenza della Sindone in data precedente a quella offerta dal C14, come la raffigurazione della Deposizione in un manoscritto della fine del XII sec. nella quale si vede un lenzuolo tessuto a spina di pesce e con bruciature analoghe a quelle della Sindone.
Secondo Rodriguez il sudario di Oviedo non può essere un falso perché ha l'apparenza semplicemente di un telo sporco e non si vede nulla se non macchie (ndr: appunto...). Secondo lui queste macchie corrispondono a quelle di un uomo con un edema polmonare morto in posizione eretta. Dice che è stato anche ottenuto un frammento di dna miticondriale, ma che è troppo breve per poter tentare una clonazione.
Anche Baima Bollone dice che sono frammenti di dna inutilizzabili a tal fine.
Giacobbo tira le somme: "per fortuna la possibilità di clonare Gesù è ancora solo fantascienza" (ndr: in che senso "per fortuna"?)
Il servizio di conclude dicendo che la Sindone "resta ancora oggi un enigma per la scienza".
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 6/4/2009, 09:53




Stando alle anticipazioni dei contenuti del suo libro di prossima pubblicazione, Barbara Frale sostiene che i Templari avrebbero preso in custodia la Sindone nel 1204, quando sarebbe scomparsa nel saccheggio di Costantinopoli (l'autrice quindi accetta l'identificazione del Mandylion con la Sindone, che però non è comunemente accettata e anzi sembra debba essere scartata in base ai risultati degli esami del C14 fatti sulla Sindone).
Ne ho scritto in modo un po' più esteso nel topic sui Templari qui:
#entry315072337
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 1/7/2009, 13:47




Lillian Schwartz rilancia l'ipotesi che la Sindone sia stata dipinta da Leonardo da Vinci. Non solo: secondo la Schwartz Leonardo avrebbe usato le sue fattezze per raffigurare Gesù.
La Schwartz in passato aveva sostenuto che anche per la Gioconda Leonardo si era basato sul suo volto.
Il Corriere.it conclude l'articolo così: "Lynn Picknett, studioso delle Sindone di Torino, ha detto che «la scoperta è sinistra, sconvolgente: la cosa più interessante che sia mai successa»." Addirittura... :lol:

* Sacra Sindone, secondo uno studio Usa il volto è quello di Leonardo Da Vinci, Corriere.it, 1 luglio 2009:
http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_...44f02aabc.shtml


PS: Ora alla Schwartz resta solo da dire che nella Dama con l'ermellino il muso dell'animaletto è un po' un autoritratto di Leonardo... :lol:
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 3/7/2009, 18:31




Anche Vittoria Haziel, autrice di La passione secondo Leonardo (1998), ritiene che la Sindone sia un autoritratto di Leonardo: "A cavallo del Cinquecento, su commissione di Bayazet II, un sultano ottomano, Leonardo da Vinci creò la Sacra Sindone". Ecco come avrebbe fatto: "Prese una tela antica e servendosi di un ferro arroventato sul fuoco disegnò sulla tela l'immagine di un uomo che portava sul corpo i segni della tortura e della crocifissione. Per disegnare l'impronta del volto, Leonardo usò se stesso come modello, realizzando dunque un autoritratto".

* Cristina Argento, «Così Leonardo creò la Sindone», 2 luglio 2009:
http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_...44f02aabc.shtml
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 19/7/2009, 08:41




Chi vuole clonare Cristo?, "Mistero", Italia 1, 15 luglio 2009

Leoncio G. Valdés, quando ha incontrato Giovanni Paolo II facendogli omaggio del libro Il DNA di Dio, avrebbe detto al papa ceh qualcuno avrebbe potuto clonare Gesù partendo da cellule ematiche provenienti da campioni della Sindone prelevati clandestinamente.
Nel 1978 la Chiesa cattolica ha autorizzato gli esami sulla Sindone, affidati allo Sturp. Tra gli addetti al lavoro c'era il microanalista Giovanni Riggi.
Leoncio G. Valdés dice che è sangue AB, un gruppo molto raro che ha la sua concentrazione più alta in Palestina.
Nel 1988 fu fatta la datazione con il C14 che ebbe come responso 1260-1390 d.C.
Secondo il programma, sarebbe "un comportamento singolare" quello della Chiesa che riconosceva la datazione medievale, ma venerava lo stesso la Sindone. (ndr: in realtà non c'è nessun mistero: anche la Madonna di Loreto, per esempio, sta a cuore alla Chiesa anche se chiaramente non è contemporanea di Maria).
Secondo "alcuni specialisti" (ma, come a Voyager, non è uso di "Mistero" fare nomi), il lino non può essere datato col C14 perché il calore che si sviluppa nel trattarlo altera la datazione.
Il programma dice che il cardinale Ballestrero aveva annunciato i risultati del C14 prima ancora della pubblicazione ufficiale.
Valdés dice che la Chiesa era ossessionata dal timore che si potesse clonare Gesù e si pensava che, se la Sindone fosse stata dichiarata autentica, questo avrebbe incoraggiato a tentarci.
Mistero quindi si chiede: "la Chiesa ha tentato di screditare la Sindone per proteggerla?" (ndr: ovviamente no)
Durante un incendio, la Sindone fu portata in salvo dai pompieri, fu poi tenuta per anni in un luogo segreto e quindi messa in una teca con gas inerte. Mistero lancia un'allusione sul modello coincidenza-che-nasconde-qualcosa: questo è successo proprio quando Valdés ha detto a Giovanni Paolo II del pericolo della clonazione.
Gerard Lucotte, presentato come "genetista", dice di aver trovato degli eritrociti sulla tunica di Argeteuil.
André Marton dice che c'è corrispondenza tra le macchie di sangue sulla tunica e le ferite della Sindone.
Si aggiunge pure il sudario di Oviedo, dicendo che più di 70 macchie corrispondono alle ferite della Sindone.
Lucotte dice che su tutte e tre le reliquie c'è sangue del raro gruppo AB e quindi è probabile che sia dello stesso uomo. Dice che si deve fare un confronto del DNA e che è in contatto con Riggi che ha campioni non ufficiali.
Giovanni Riggi dice invece che non ha alcun campione e che Lucotte gli ha scritto, ma non si conoscono.
Mistero, però, non crede a Riggi e tira fuori una lettera che confermerebbe che Riggi ha questi campioni e li ha dati a Valdés. Riferisce anche che si dice che li abbia addirittura venduti.
Valdés dice che dai campioni di Riggi è risultato che il sangue era del gruppo AB e apparteneva a un maschio perché c'è il cromosoma Y. Salta però fuori la domandona: se è nato da vergine, come può avere il cromosoma Y?
La voce fuori campo, con tono ispirato, commenta: "Sacrilegio!"
Valdés dice che hanno tentato di clonare delle betaglobuline.
Mistero dice che Valdés ha clonato tre geni.
Lucotte dice che si può rifare tutta la catena del dna a partire da tracce o frammenti. Dice che clonare un essere umano è possibile e che crede sia già stato fatto.
Nel 2002 Brigitte Boisellier, dei raeliani, annunciò la nascita del primo bambino clonato (il 26 dicembre).
Mistero dice che i raeliani sono stati espulsi dalla Corea del Sud per le pressioni di Bush.
Parla Rael in persona e dice che qaundo è stato tra gli alieni elohim (ndr: una premessa promettente) ha visto che facevano clonazioni.
Boisselier dice che la resurrezione di Gesù in realtà è stata una clonazione accelerata.
Mistero intervista anche il cardinale Tarcisio Bertone che, di fronte a tali scempiaggini, commenta laconicamente: "Basta così. Basta". Come dargli torto? :lol:
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 13/4/2010, 15:00




"Porta a porta", Rai Uno, 8 aprile 2010

Il mistero della Sindone

Bruno Barberis (direttore del Centro Internazionale di Sindonologia) dice che sulla Sindone c'è sangue umano di gruppo AB. Indica una colatura di sangue a fdrma di epsilon e dice la forma sembra derivare da movimenti del capo.
Gian Maria Zaccone dice che non ci sono altri casi di supplizi tramite una corona di spine e che comunque più che di una coronacon la forma di un serto doveva trattarsi di un casco.
Bruno Vespa (che, come sapete, è il conduttore della trasmissione) dice che ci sono "tante coincidenze, forse troppe" e che è rimasto sorpreso dal fatto che tutte le antiche raffigurazioni di Gesù corrispondono all'immagine della Sindone. (ndr: va be', ma questo non dimostra che è autentico: se uno volesse fare una falsa immagine di un personaggio è ovvio che si rifarebbe all'iconografia conosciuta)
Zaccone dice che si vedono i segni dei tassilli del flagello e delle corregge che legavano le gambe e che si possono contare oltre 120 segni di flagellazione (per sapere il numero dei colpi bisognerebbe sapere quanti tassilli aveva il flagello).
Don Giuseppe Ghiberti dice che sulla Sindone ci sono zone più scure dove passava la trave della croce sostenuta dal condannato.
Barberis dice che sulle ginocchia ci sono tracce di terriccio e che si può fare un confronto sinottico tra vangeli e Sindone.
Zaccone dice che nel '300 non c'erano le capacità per fare un falso che dovrebbe essere così raffinato.
Barberis dice che allora non si conosceva la circolazione del sangue e conoscerla era necessario per riprodurre alcuni effetti del sangue.
Piero Savarino (consulente scientifico del custode della Sindone) dice che sulla Sindone non ci sono pigmenti né veicolanti (p.e. bianco d'uovo, usato dai pittori). Dice che non c'è p.e. ossido di ferro e che la concentrazione del ferro è uguale sia dove c'è l'immagine che dove non c'è.
Vespa si lancia nel ruolo di difensore della Sindone e dice che nel 2010 non c'è più nessuno che dice che è un dipinto.
Savarino lo corregge dicendo che invece c'è chi lo dice e fa l'esempio della teoria secondo la quale la Sindone sarebbe stata dipinta da Leonardo, precisando che non ha alcun fondamento. (ndr: su questo non c'è dubbio: la Sindone già esisteva prima che nascesse Leonardo)
Zaccone dice che la ferita al costato ha le labbra aperte e il sangue è già coagulato, diversamente da quello uscito dai polsi.
Vespa esagera nello zelo e chiede se lo si sa da un esame chimico, all'apparenza convinto di ricevere una risposta positiva.
Zaccone risponde invece di no e che si è arrivati alla conclusione da un'analisi visiva.
Nello Balossino (vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia) dice che le fotografie della Sindone fatte da Secondo Pia hanno dato il via a studi più approfonditi, anche dal punto di vista medico-legale (dice che quanto detto sinora nella trasmissione deriva dall'analisi di quelle foto) e hanno permesso per la prima volta di vedere bene com'era il volto dell'uomo sindonico. Dice che il sangue presente sulla Sindone può essere distinto in venoso, arterioso e post-mortem e che è inverosimile che un falsario pensasse a usare tre tipi di sangue diverso.
Ghiberti dice che Gesù potrebbe aver avuto un principio di infarto già nel Getsemani e che quindi l'agonia sulla croce può essere stata più breve di quanto ci si potesse aspettare.
Mechthild Flury-Lemberg, esperta di storia tessile che ha curato un intervento sulla Sindone (con la rimozione delle toppe messe per riparare i danni prodottisi nel corso di un incendio), dice che la Sindone è fatta con un lino di altissima qualità con una struttura a spina di pesce analoga a quella di altri teli trovati a Masada. Dice che nulla può contraddire l'ipotesi che risalga al I secolo. Viene mostrata un'immagine del 1191 trovata nella biblioteca tedesca di Budapest e la studiosa indica che Gesù è raffigurato con le braccia incrociate come nella Sindone e che sul telo in cui viene deposto si vede la struttura a spina di pesce. (Questo dovrebbe provare che la Sindona esisteva già nel 1191.)
Savarino dice che sulla Sindone sono stati trovati pollini di tre tipi caratteristici della zona israeliana-palestinese e quindi la Sindone sarebbe in effetti stata in Palestina. Dice comunque che ci sono state obiezioni a questi risultati perché il numero delle unità polliniche esaminato era molto basso.
Vespa esagera ancora con lo zelo dicendo che un cronista della quarta crociata parla della Sindone.
Zaccone lo blocca ancora: il cronista parla di un'immagine, ma la descrizione è carente e non si può dir nulla con certezza.
Vespa allora dice che la prima testimonianza storica certa è a Costantinopoli.
Zaccone lo bacchetta ancora: no, è in Francia, nel '300.
Vespa, forse un po' piccato perché Zaccone continua a correggerlo, stavolta replica che no, prima è stata a Costantinopoli e poi l'han portata in Francia (ndr: ovviamente ha ragione l'altro) e fa partire un servizio.
In questo servizio si dice che il Mandylion, di cui si parla già nel 943, potrebbe essere stato la Sindone: si diceva che era piegato doppio per quattro volte, quindi se ci fosse stato solo il volto, non si sarebbe visto molto, mentre se c'era tutto il corpo, piegato 8 volte poteva mostrare il solo viso.
Vespa riprende la parola dicendo che la prima notizia sicura è del 1357, in Francia (ndr: cioè quello che diceva Zaccone).
Quindi ecco un altro servizio che parla dei Templari e dice che l'idolo che si dice che i Templari venerassero potrebbe essere stata proprio la Sindone.
Vespa allora si lancia e chiede se la Sindone non potrebbe essere stata oggetto di una venerazione impropria.
Zaccone, tanto per cambiare, lo contraddice dicendo che non c'è nulla che possa far pensare ad un uso improprio della Sindone. Dice anche che il vescovo locale, quando apparve, era ostile alla reliquia ritenendola un falso.
Parte un servizio che mostra l'annuncio del cardinal Ballestrero, vescovo di Torino, dei risultati dell'esame al C14 del 1988: tra il 1260 e il 1390. Si vede il prelevamento di un campione tagliando una striscia di tessuto da cm 7 x 1, poi divisa in tre parti da affidare a tre diversi laboratori. (ndr: le persone che fanno questa operazione sono a mani nude: ma non era logico aspettarsi che mettessero guanti di lattice?)
Savarino prende in esame due ipotesi fatte per contestare il risultato. 1) La sostituzione dei campioni, ipotesi che dice infondata e da scartare. 2) Un'alterazione della presenza di C14 in seguito all'incendio di Chambéry: dice che ciò che accade in questi casi non è ben conosciuto, tuttavia un'alterazione di 1300 anni non è credibile.
Balossino dice che le modalità dell'esecuzione dell'esame al C14 non sono state perfette. Dice che doveva essere fatto alla cieca e che ci voleva un protocollo più rigoroso che stabilisse, per esempio, che i tre laboratori non potessero comunicare tra loro. Dice che l'immagine ha una tridimensionalità che non si trova nei dipinti, che è incompatibile con l'ipotesi di un falso del '300 e che è stata scoperta solo con il computer.
Vespa fa ancora lo zelantone e chiede retoricamente come è possibile sostenere che sia del '300.
Barberis dice che l'unica spiegazione è che abbiano usato un cadavere.
Lina Sastri interviene dicendo con enfasi che "non è credibile assolutamente" che sia un falso del '300 (ndr: non so però se il suo parere così perentorio sia poi così autorevole: nel programma l'hanno presentata solo come attrice che ha interpetrato la Madonna in un film, il che non costituisce un motivo di autorevolezza).
Vespa si lancia ancora nel ruolo dello zelante e dice che i pregiudizi hanno contagiato anche gli scienziati.
Savarino dice che i campioni dati ai tre laboratori provenivano da un'unica striscia. Dice che "Nature" parlò di 3 campioni da 50 mg, mentre un laboratorio ebbe in realtà non un pezzo da 50 mg, ma due pezzi da 30 e 20 mg.
Vespa, nonostante sia già stato bacchettato più volte quando ci ha tentato, si improvvisa nuovamente espertone mondiale e commenta con fare saputo che scientificamente non è la stessa cosa.
Savarino lo corregge dicendo che scientificamente è assolutamente la stessa cosa (ndr: :lol: :lol: ) e che lo stava riferendo solo per dire che questa apparente discrepanza è diventata un appiglio per chi sostiene che ci sia stata una sostituzione di campioni (ndr: ipotesi alla quale Savarino non crede, come ha detto in precedenza). Dice che uno studioso ha ipotizzato che nella zona da cui è stata tagliata la striscia ci fossero rammendi, ma l'esame di Mechthild Flury-Lemberg l'ha escluso.
Flury-Lemberg (anche lei presente in studio, come già visto sopra) conferma di persona.
Vespa chiede perché non si fa nuovamente un esame.
Ghiberti dice che l'esame con il C14 non dà sicurezza assoluta e quindi sarà l'ultimo da fare.
Pierluigi Baima Bollone (in un'intervista trasmessa) dice che sulla Sindone c'è sangue umano del gruppo AB e che ha studiato i polimorfismi del dna. Dice che è ragionevole pensare che l'uomo della Sindone sia davvero Gesù.
Savarino dice che il sangue si potrebbe datare, ma non è stato fatto e non sembra fattibile: bisognerebbe prelevare mg di materiale e si rovinerebbe la Sindone.

Edited by Fljll Flòi - 25/5/2010, 10:35
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 8/5/2010, 17:14




Esclusivo: nuove rivelazioni sulla Sindone, "Mistero", Italia 1, 4 maggio 2010

Prima che parta il servizio, Marco Berry e Raz Degan dialogano sulla Sindone. Berry accenna al fatto che gli studiosi danno una datazione diversa dagli anni in cui visse Gesù. Degan si improvvisa esperto e dice che gli pare che la datino al 1500. Berry non fa una piega di fronte alla data sbagliata di un secolo e mezzo e, anzi, ci mette del suo dicendo che la Sindone ha "migliaia di anni" di storia (ndr: quindi c'era ancora prima di Gesù? :lol: ). Come se non bastasse, Berry si mette a parlare di Templari e Rosacroce che sarebbero stati alchimisti impegnati nello scoprire l'elisir di lunga vita e la pietra filosofale. (ndr: nel finale del loro sproloquio, nelle immagini compare pure un orb :lol: )

Parte il servizio con Marco Berry in missione a Torino.
Il programma dice che Torino fa parte sia del triangolo della magia bianca Lione - Torino - Praga che di quello della magia nera Torino - Londra - San Francisco. Il cuore nero di Torino sarebbe piazza Statuto, il cuore bianco piazza Castello, sotto la quale ci sarebbero le grotte alchemiche.
Una sovraimpressione dice che una volta la Sindone era detta "sagra Sindone" e infatti per tutto il servizio Marco Berry la chiama "sagra Sindone".
Berry dice che la "sagra Sindone" è stata a lungo custodita dai Templari (ndr: peccato che quando è stata fatta la Sindone i Templari non c'erano più da un pezzo...) e aggiunge pure che si dice che i Templari fossero esperti di alchimia. :wacko:
"Mistero" dice che la Sindone è in negativo e si chiede chi poteva farla così. Forse un alchimista? Ma perché? (ndr: ma cosa c'entra l'alchimia?)
Berry va a Casale Monferrato dove, nella chiesa di Sant'Ilario, dove c'è una copia del 1643 della Sindone, delle stesse dimensioni dell'originale, ma non in negativo.
Giorgio Baietti, giornalista, dice che questa copia fu realizzata appoggiando il telo sulla Sindone. Fu fatta fare da padre Bonaventura da Palazzolo che, a dispetto del nome, era di origini irlandesi e voleva mandare la copia proprio in Irlanda. Però morì e la copia finì a Santa Maria del Tempio legata (eh sì!) ai Templari, specializzati nel controllare le strade. (ndr: quindi, oltre che alchimisti, erano pure vigili? ;) )
Viene mostrato il filmato del cardinale Ballestrero che dà la datazione al C14 (1260-1390).
Quindi "Mistero" si chiede: se anche la Chiesa dice che è medievale, chi può dirci il contrario? (ndr: ci tengono proprio, eh :lol: ) Forse un alchimista? E allora Marco Berry av a intervistarlo.
L'alchimista Rino De Felice dice che da 20 anni studia alchimia. Dice che gli Esseni erano terapeuti e praticavano l'alchimia e la pranoterapia (imposizione delle mani), che i Templari appartenevano ai Rosacroce, ma erano guerrieri. Dice che dopo l'incendio la Sindone fu sottoposta a un rinnovamento tissutale: furono messe delle toppe e poi il telo fu immerso in una sostanza contenente salnitro e altri sali che rinnovò i tessuti. Dice che gli alchimisti pensano che l'immagine della Sindone fu prodotta da un'esplosione di luce e aggiunge che lo diceva anche Rudolf Steiner.
Marco Berry non si scompone e anzi dice che quella alchemica è una delle ipotesi che si possono fare.

Dopo il servizio, Berry e Degan riprendono il loro dialogo, con Berry che dice a Degan che non importa se è di 2000 o di 500 anni fa (ndr: ancora? la datazione scientifica non è il 1500: il 1500 è solo una data detta più o meno a caso da Raz Degan). Quel che conta, dice Berry, è la fede. Il misticheggiante Raz Degan si illumina e dice che è d'accordo e che bisogna cambiare da dentro il mondo.

Comunque è appurato: il vero mistero è: cosa è successo a Marco Berry? Botta in testa? E' un sosia? Non è possibile che il buon vecchio Marco Berry si sia trasformato in questo propalatore di ciofeche! Marco, torna in te!
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 25/5/2010, 11:03




La luce della Sindone, "Voyager", Rai Due, 24 maggio 2010

Spezzone di puntata di "Voyager" del 19 luglio 2005 nella quale Giulio Fanti diceva che a lasciare l'immagine sulla Sindone poteva essere stato un campo elettrico di decine di migliaia di volt. (ndr: però il campo elettrico si misura in volt / metro).

Al laboratorio dell'Enea di Frascati Giuseppe Baldacchini e i suoi collaboratori hanno provato a colpire un telo con un laser a eccimeri.
Paolo Di Lazzaro dice che il fascio di ultravioletti così prodotto ha creato una colorazione solo superficiale, che non è penetrata nel tessuto, come con la Sindone.
Voyager riferisce che i primi esperimenti non avevano raggiunto i risultati sperati e allora avevano deciso di aumentare la potenza, fino a raggiungere milioni di watt di intensità (ndr: però l'intensità si misura in ampère).

Voyager ammette che le prime fonti storiche risalgono a metà del '300.

Pierluigi Baima Bollone è definito il primo ad aver trovato tracce di sangue umano. Voyager dice che gli studiosi sono d'accordo che ci sia sangue umano (ndr: non è vero) e che per alcuni ci sono anche tracce di ocra e vermiglione.
Baima Bollone dice che i coloranti sono in quantità minima.

Luigi Garlaschelli pone un telo su un bassorilievo con un volto come quello della Sindone, quindi strofina sopra ocra in polvere diluita con acido solforico. Ottiene un'immagine sfumata e in negativo, come quella della Sindone. La pone quindi in una stufa a 145° per tre ore per invecchiarla artificialmente. Al termine dell'operazione di invecchiamento, Garlaschelli lava il telo e l'immagine che rimane è definita da Voyager "apparentemente molto simile" alla Sindone.

Emanuela Marinelli dice che è inutile dire che "un falsario la poteva fare così" perché comunque non è stata fatta così (ndr: non so se ha detto altro e l'hanno tagliato, ma così sta poco in piedi).

Barbara Frale dice che Andrea vescovo di Creta asseriva che l'impronta di Edessa mostrava tutto il corpo.
Quindi salta fuori la storia dei Templari che avrebbero custodito la Sindone prima del '300 (ndr: cioè prima che esistesse).
Giacobbo chiede se è possibile che i Templari, così sgamati, abbiano custodito un falso. (ndr: ovvero, se i Templari avevano la Sindone, allora doveva essere vera se no non l'avrebbero conservata: non avrebbe senso neppure così, ne ha ancor meno se si considera che in realtà i Templari non avevano la Sindone)
Frale cita Amaury de la Roche, precettore del Tempio in Oriente.
Massimo Vallerani, dell'università di Torino, dice che non c'è alcuna prova a favore dell'ipotesi che Amaury de la Roche abbia avuto la Sindone e l'abbia venduta ai Templari.
Frale dice che l'immagine venerata dai Templari era la Sindone: per lei è questa la spiegazione più solida e sensata.

Si parla quindi delle scritte che ci sarebbero intorno al volto della Sindone.
Voyager dice che il primo a parlarne è stato Aldo Marastoni nel 1978.
Frale dice che ci sono e che sono un certificato di sepoltura che nomina Gesù e le circostanze della sua morte.
Voyager dice che, se l'interpretazione è corretta, la cosa è sensazionale.
Andrea Nicolotti, dell'università di Torino, dice che semplicemente le scritte non esistono. Ci sono solo macchie poco visibili in cui si cerca di vedere lettere inesistenti.
 
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view post Posted on 24/6/2010, 14:27
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Su "Mah", n.20, giugno 2010, pp.3-4, recensione al libro di Barbara Frale, I Templari e la sindone di Cristo (Bologna : il Mulino, 2009):

CITAZIONE
L’autrice si schiera tra coloro che ritengono che la Sindone sia realmente il telo che avvolse il corpo di Gesù e accoglie la supposizione che per un certo periodo della sua presunta storia antecedente al XIV secolo sarebbe stata nelle mani dei Templari. Frale riprende l’idea di Ian Wilson secondo la quale l’idolo venerato dai Templari di cui si parla nei processi ai membri dell’ordine sarebbe stato nient’altro che la Sindone. Purtroppo per l’autrice non vi è alcuna prova che la Sindone esistesse prima della metà del XIV secolo, periodo al quale risalgono i primi documenti storici che le riguardano e al quale è assegnata dagli esami con il carbonio 14.
L’autrice contesta la datazione con il C14 e ritiene che esistano prove documentarie anche in tempi precedenti, ma le sue argomentazioni appaiono ben poco convincenti. L’impressione, come nel caso di altri sostenitori dell’autenticità della Sindone, è che l’autrice veda quello che vuole vedere.
Un esempio significativo è quello di un’illustrazione del codice Pray che raffigurerebbe la Sindone (vedi fig. 11 nelle tavole del libro). Se davvero così fosse, dato che il codice risale alla fine del XII secolo, ci sarebbe una prova che la reliquia già esisteva un secolo e mezzo prima che comparisse in Francia alla metà del XIV secolo. Secondo Frale e i sostenitori di questa tesi, si vedrebbe “una faccia superiore a trama spigata, e sulla quale si notano quattro buchi nella forma esatta in cui compaiono sulla sindone di Torino quattro antichi fori dovuti a bruciature accidentali” (p.150). L’affermazione lascia perplessi perché guardando il lenzuolo, posto sul coperchio del sepolcro, non si vedono nulla di simile. Si possono invece vedere dei segni che così possono essere interpretati sul coperchio stesso: evidentemente l’autrice (e non è l’unica né la prima) ha scambiato il coperchio per il lenzuolo. Piccoli cerchi come quelli che l’autrice ha interpretato come fori si vedono, in numero e disposizione diversi, anche sulla parte inferiore del sepolcro: si tratta evidentemente di un motivo decorativo e non di buchi nel presunto telo. Scrive ancora l’autrice che “un fatto di primaria importanza è che il Gesù del codice Pray ha le mani in cui non si vedono i pollici: questo è estraneo a tutta la tradizione dell’iconografia cristiana ma può derivare solo dalla visione della sindone, nella quale appunto il pollice è ripiegato in dentro (dunque invisibile) per via della lesione provocata dal chiodo al nervo mediano” (p.151). E’ davvero curioso come l’autrice sembri non notare che anche la mano sinistra del personaggio chinato sul corpo di Gesù ha solo quattro dita visibili ed è disegnata in modo del tutto simile.
Un discorso analogo va fatto per le scritte che comparirebbero sulla Sindone. Oltre a ricordare quelle già rese note, Frale “dà notizia per la prima volta in questa sede” di “tracce di scrittura in caratteri ebraici identificate da Thierry Castex” (p.167). Dei presunti caratteri ebraici il libro mostra anche una foto (fig. 13) dalla quale appare chiaro che, come negli altri casi, le lettere non sono sul telo, ma negli occhi di chi guarda.

http://bibliotopia.altervista.org/pubblica...libri.htm#frale
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 11/9/2010, 21:09




Il lenzuolo di Dio, "Rebus Tube", Odeon TV, 8 settembre 2010 (replica della puntata del 12 aprile 2010)

Luigi Garlaschelli (del Cicap) dice che la Sindone compare in Francia verso il 1355. Dice che è probabile che intorno al 1200 a Gerusalemme ci fossero teli che venivano fatti passare per il telo sepolcrale di Gesù, ma non avevano immagini.
Garlaschelli dice che sono state trovate diverse sindoni del I secolo e sono molto diverse da quella di Torino. L'unico altro telo sepolcrale di lino tessuto fatto a spina di pesce, conservato in un museo di Londra, è del XIV secolo.
Spiega che le indagini dello Sturp hanno indicato alcune caratteristiche: non ci sono pigmenti, l'immagine è superficiale, ha proprietà simili a un negativo fotografico, sull'altro lato del telo non c'è immagine. Dice che si era detto che un'immagine così non può essere riprodotta a meno di miracoli, laser, ecc., ma già nel 1982 uno studioso americano, Joe Nickell, aveva avanzato l'ipotesi che l'autore avrebbe potuto avvolgere un corpo umano in un lenzuolo e strofinarci poi sopra dell'ocra. Lui ha seguito questo metodo, usando un bassorilievo per il volto (altrimenti viene deformato nell'immagine). Nickell supponeva che il pigmento si fosse poi staccato. Le impurezze dell'ocra lasciavano tracce superficiali sul lino che restavano quando il pigmento si era perso.
Garlaschelli dice che gli è stato detto che la sindone da lui fatta ha caratteristiche microscopiche comunque diverse da quelle del telo di Torino e replica che è ovvio che sia così, dato che un invecchiamento artificiale in breve tempo non può essere in tutto equivalente a un invecchiamento naturale nel corso dei secoli.
Michele Allegri (autore di un libro sui Templari) dice che la prima ostensione della Sindone di Torino è del 1505 e quindi l'ipotesi che sia opera di Leonardo da Vinci potrebbe avere un senso, anche perché il vescovo di Troyes disse che era un falso fatto da un artista. Dice che Vittoria Haziel ha fatto una copia con il pirografo. Aggiunge che Pierluigi Baima Bollone dice che c'è del sangue. Allegri dice quindi che l'artista avrebbe potuto prevedere che avrebbero analizzato il DNA del sangue (ndr: nel XVI secolo pensava al DNA? :huh: ) e Leonardo da Vinci studiava i cadaveri.
Garlaschelli dice che all'ipotesi che Leonardo sia l'autore non crede perché la Sindone è precedente. Bisognerebbe quindi pensare che sia stata sostituita: se si volesse fare un gioco di fantasia si potrebbe pensare che potesse essere successo ai tempi dell'incendio di Chambéry, quando Leonardo era vivo.
Precisa che il pigmento sulla Sindone non è del tutto assente, dato che lo Sturp ha trovato microtracce di ocra dove ci sono i segni (e non altrove).
Allegri dice che l'ipotesi che la Sindone sia la stessa cosa del Mandylion non funziona. Dice che si può affermare che la Sindone oggi presente a Torino è quella di cui si parla nel 1534, ma sui tempi precedenti non si può parlare con certezza.

Viene mostrato uno spezzone di una puntata di Tg2 Dossier in cui Emanuela Marinelli dice che sulla Sindone sono stati trovati 77 tipi di polline, per la maggior parte medio-orientali, alcuni presenti solo nella zona di Gerusalemme, e che attraverso lo studio dei pollini si può riscostruire il viaggio della Sindone che corrisponde a quello della tradizione. Dice che il Mandylion è la stessa cosa della Sindone.

Il conduttore Maurizio Decollanz dice che aveva invitato alla trasmissione anche l'ufficio di sindonologia di Torino, ma non era stato raccolto l'invito.

Garlaschelli dice che in fatto di pollini lo Sturp ha trovato pochissimo. Li avrebbe trovati Max Frei staccandoli con nastri adesivi, ma Frei, che è anche colui che aveva autenticato i diari di Hitler (risultati invece falsi), non ha mai pubblicato le foto dei pollini da lui trovati su riviste scientifiche e si è limitato a proporre foto tratte da libri e non ha mai spiegato i metodi usati. Garlaschelli dice che anche studiosi "autenticisti" sostengono che è impossibile identificare con tracce così ridotte il genere del polline, e tanto meno la varietà.
Allegri dice che i legami con le famiglie Lusignano e Delaroche gli puzzano. Dice che sono le famiglie che hanno a che fare con il mistero di Rennes-le-Chateau. Dice che in due quadri, detti "delle due regine", di proprietà dei Savoia e tenuti a Ginevra la Sindone è raffigurata in maniera diversa da come appare quella di Torino. Dice che Gesù non poteva avere i capelli lunghi e che San Paolo scriveva contro i capelli lunghi.

 
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Fljll Flòi
view post Posted on 23/2/2011, 22:57




Sacra Sindone: un'opera di Leonardo da Vinci, "Mistero", Italia 1, 22 febbraio 2011

Marco Berry si spalma la faccia con una tintura e poi la preme in un panno per far vedere che l'impronta del volto sul panno appare deformata a causa dell' "effetto equatore" (ndr: non ho trovato conferme a questa terminologia). Parla di falsificazioni medievali e dice che "la più famosa di tutte è la sacra Sindone" (ndr: stavolta non la chiama "sagra" Sindone). Dice che la Chiesa cattolica non la reputa una reliquia, ma semplicemente un'icona, di origine incerta.
Viene mostrato il video in cui il cardinale Ballestrero annuncia il risultato dell'analisi al C14: tra 1260 e 1390.
Nonostante ciò, Berry passa a presentare un'ipotesi in contrasto con queste date, ovvero che la Sindone sia opera di Leonardo da Vinci. Leonardo avrebbe dato il suo volto all'uomo della Sindone.
Vittoria Hazel (vedi qui) dice che la Sindone è firmata da Leonardo dalla testa ai piedi. Dice che i segni dei chiodi sui polsi, contrari all'iconografia classica di Gesù, mostrano che l'autore conosceva bene l'anatomia e sapeva che mettendoli nelle mani non avrebbero retto il peso del corpo.
Hazel dice che il segno a forma di 3 sulla fronte dell'uomo della Sindone se gli viene affiancata la sua immagine rovesciata orizzontalmente diventa un 8 (otto). Poi dice che una della mani è più lunga dell'altra, quindi si dà un indizio con la mano. Otto + mano = otomano = il sultano ottomano Bayezid II (conosciuto anche come Bayazet II) (ndr: :lol: ), che donò la lancia di Longino al papa e che sarebbe il committente della Sindone. Dice che che Leonardo l'ha fatta con la pirografia. Dice che Leonardo scriveva da destra a sinistra e questo spiegherebbe il fatto che l'immagine sia in negativo (ndr: :wacko: non chiedetemi perché; mi limito a riferire).
Berry dice che nella Sindone la parte posteriore del corpo è disegnata con dimensioni un po' maggiori di quella frontale. Dice che questo potrebbe spiegarsi ipotizzando che Leonardo abbia realizzato l'opera con la camera oscura, che aveva disegnato nel Codice Atlantico.
Nello Balossino dice che la camera oscura era conosciuta già da prima di Leonardo e che c'è comunque il problema di come fissare l'immagine che la camera oscura proietta.
Quindi fanno un esperimento con la camera oscura della rocca di Fontanellato mettendo nel luogo dove arriva l'immagine un telo imbevuto di aloe e mirra. L'immagine non resta sul telo e Balossino dice che mancava il sole e comunque che non pensa che la Sindone sia stata fatta in quel modo da Leonardo.
Berry comunque si chiede se Leonardo poteva aver trovato il modo di imprimerla in modo persistente sul telo usando la camera oscura. Quindi conclude che non importa e sia vera o falsa, ma importa quel che simboleggia per i fedeli.

Dopo il servizio, "Mistero" ospita Giulio Fanti, dell'università di Padova.
Berry ritrae un po' la mano che ha lanciato il sasso leonardesco dicendo che era bello fare un'ipotesi fantasiosa.
Fanti, che ha con sé un pupazzetti di legno e un pezzetto di panno come in una replica in miniatura, dice che la Sindone ha avvolto un uomo.
Berry cita le analisi del C14 che la datano al Medioevo (ndr: e che escludono che sia del periodo di Leonardo, come lo esclude il fatto che ci siano documenti anteriori a Leonardo che ne parlano).
Fanti dice che l'analisi al C14 non vale perché c'erano forti contaminazioni che possono dare errori anche di qualche millennio. Dice che un'esperta ha detto che ha visto una cucitura come quella della Sindone solo in un telo di 2000 anni fa proveniente da Masada. Dice che la sua ipotesi è che l'immagine sia originata dal fatto che l'uomo avvolto nel panno ha emanato una forte energia che ha creato l'immagine per effetto corona (durante il servizio, una sovraimpressione diceva che l'ipotesi più probabile è che la Sindone sia stata prodotta dall'effetto corona).
Berry chiede quanti scienziati condividono questa ipotesi.
Fanti risponde che la scienza non basta e che bisogna prendere in considerazione quello che dicono i Vangeli (ndr: non mi sembra che c'entri molto).
 
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EnricoShad
view post Posted on 24/2/2011, 10:57




Ma questo Fanti, che è professore di Ingegneria, ha detto perché un corpo umano dovrebbe emanare una scarica elettrica e perché questa scarica dovrebbe riprodurre i lineamenti del volto..? :-/
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 11/6/2011, 20:27




Un tale Luciano Buso dice che la Sindone sarebbe stata dipinta da Giotto che l'avrebbe firmata con tanto di data: 15, ovvero 1315 (qui la notizia dell'Ansa, qui su il Giornale.it).
Buso non è nuovo a questi exploit: nella Gioconda aveva trovato la L di Leonardo e la data 1501 nella Gioconda, ma non aveva avuto il successo delle "rivelazioni" di Silvano Vinceti sulle presunte lettere negli occhi (comunque aveva rivendicato la "primogenitura" quando Vinceti aveva guadagnato gli onori delle cronache). E poi avrebbe trovato messaggi segreti "anche nelle opere di Raffaello, Mantegna, Giorgione, Tiziano per arrivare fino a Balla, Klimt, Cascella".
 
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13 replies since 4/6/2008, 12:07   2009 views
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