Grafologia

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mr Tipps
view post Posted on 23/10/2010, 22:17 by: mr Tipps




Giorgio (della cui consulenza mi sono avvalso per questo post) ha recuperato in biblioteca le quattro puntate della rubrica "Lo spazio della grafologa" apparse su "La Provincia" di Como nei giorni 28 settembre (p.24), 5 ottobre (p.26), 12 ottobre (p.41) e 19 ottobre (p.24).
Nel primo di questi "spazi" la grafologa Paola Mascolo premette una presentazione della grafologia. In essa scrive:
CITAZIONE
La grafologia è una scienza umana con un metodo di indagine, nulla a che vedere con arti divinatorie e astrologia. Non prevede il futuro, indica punti nodali di un individuo: temperamento e criticità

Come già si è detto, però, non esiste alcuna prova che dalla grafia si possano ricavare indicazioni sul carattere.

D'altra parte responsi come questi quattro pubblicati sulla "Provincia" potevano essere fatte anche senza neppure vedere la scrittura. In effetti, conoscendo i dati che la grafologa richiede (nella presentazione del 28 settembre chiede di "precisare età, sesso e livello scolastico" e in calce all'analisi del 19 ottobre è scritto: "con firma, età e grado di di istruzione"), e a dire il vero persino senza conoscere neppure questi, è possibile fare una descrizione del carattere di un richiedente sconosciuto che questi riconosca come azzeccata. Basta fare affermazioni apparentemente precise, ma che in realtà possano andar bene per chiunque. Si tratta del cosiddetto "effetto Forer". Nel 1948 lo psicologo Bertram R. Forer (1914-2000) aveva dato ai suoi studenti un "test della personalità". Ricevuti i test compilati, aveva dato a ciascuno studente una valutazione della sua personalità chiedendo di valutare a sua volta quanto gli sembrava corretta con un voto da 0 a 5. La media dei voti fu di 4,26, quindi in generale la valutazione era stata ritenuta buona (voto 4) e da una certa parte degli studenti addirittura aveva ricevuto il voto massimo. Il test, dunque, funzionava bene? Forer, in verità, non aveva neppure preso in considerazione il test compilato e aveva dato a tutti gli studenti lo stesso profilo, redatto come si diceva sopra: affermazioni che sembravano descrivere in modo preciso tratti del carattere, ma che potevano in realtà adattarsi a chiunque (o, meglio ancora, che potevano adattarsi a come chiunque poteva vedersi descritto).
I testi "ad effetto Forer" fanno spesso contrapposizioni che, anche se ciò può sfuggire a chi legge (o addirittura dargli l'impressione opposta), di fatto tolgono precisione alle affermazioni. Per esempio, se il responso fosse: "Ti piace stare in compagnia", si penserebbe a una persona particolarmente estroversa. Consideriamo invece questo: "Ti piace stare in compagnia, ma anche avere i tuoi spazi personali". Apparentemente si aggiunge una precisazione, ma, in realtà, l'affermazione è resa in questo modo così generica che può andare bene davvero per chiunque. In sostanza significa semplicemente: "sei da qualche parte sulla scala da estroverso e introverso".
E che dire di una frase come "Sei aperto verso ciò che è diverso, ma non sei disposto a compromessi su alcuni valori"? Chiunque al mondo direbbe che gli si addice.
Altro esempio. Se si scrive "sei diffidente", molti certamente non si riconosceranno nella definizione. Se però si scrive "a volte sei diffidente", allora può comprendere tutti. Chi, a volte, non è diffidente? O malinconico, sfiduciato, arrabbiato? (Cfr il testo di Forer: "At times you are extroverted, affable, and sociable, while at other times you are introverted, wary, and reserved.")
Un altro espediente "ad effetto Forer" è la contrapposizione tra l'atteggiamento esterno e quel che teniamo dentro. Prendiamo l'esempio proprio dal testo redatto da Forer: "Disciplined and self-controlled on the outside, you tend to be worrisome and insecure on the inside". Tutti cerchiamo di evitare con cura di esporre le nostre debolezze agli altri, a meno che non siano persone con cui abbiamo un rapporto molto stretto. Dire che uno ha qualche insicurezza dentro di sé che non mostra agli altri è come indovinare che uno ha dentro di sé le ossa anche se dall'esterno non si vedono.
Viceversa, anche dicendo che una persona ha dentro di sé qualcosa di positivo che non riesce a fare emergere difficilmente si può sbagliare.

Le analisi della grafologa della "Provincia" non mostrano appunto nulla di più di quanto si può dire in base ai dati comunicati (quelli richiesti e magari altri che possono filtrare dal contenuto della lettera) e, soprattutto, confidando, consciamente o meno, nell'effetto Forer. Vediamo un po' di dettagli (le evidenziature in grassetto sono nostre; come è facile capire, le parti tra virgolette sono citazioni del testo della grafologa e le parti tra parentesi sono nostri commenti).

Prima analisi.
"Affidabile e costante nelle azioni, anche se non sempre tenace." (In sostanza: è da qualche parte nella scala della tenacia. Come tutti noi)
"A volte nostalgica nei confronti del passato" (Non tutti siamo nostalgici, ma più o meno tutti lo siamo a volte)
"Ha fatto un proprio modello che non sempre però la soddisfa, vorrebbe cambiare, evadere, ma la sua ricerca di autonomia non riesce a trovare pieno compimento"
"è punto di forza nel suo incedere ma anche limite nel quale s'innesta il seme dell'ansia"
"un fare educato ma non sempre spontaneo"
"le consente di esprimersi brillantemente nei confronti del mondo ma anche freno a un'espressione più autentica"

Seconda analisi.
"precisione, analicità, senso del concreto e del dovere sono servite a farla operare bene [...], ma la sua personalità offre spunto per altro"
"Potrebbe essere d'aiuto a qualche associazione [...]. Però anche l'approfondimento di una materia umanistica potrebbe arricchirla molto"
"accanto ad una forma mentis regolare e rigida ha una vivacità di pensiero" (attribuire a chi ha avuto "una professione nell'ambito contabile" una "forma mentis regolare e rigida" è quasi banale, ma mettendoci accanto anche una "vivacità di pensiero" sembra definirlo meglio, ma in realtà va bene per chiunque)
"l'attività di nonna: per quella tutte le doti a volte sembrano non essere mai sufficienti" (qui si "forereggia" anche oltre il necessario: in fin dei conti anche senza l'a volte difficilmente si sbagliava)

Terza analisi.
"nel segno grafico convivono - proprio come nella persona - slanci e momenti di arresto, elementi di positività e indici di qualche ombra, motivazioni che spingono a procedere ed elementi attraverso cui compensiamo ciò che ci mette in crisi" (qui addirittura sembra che stia copiando dal testo ideato da Forer: "While you have some personality weaknesses you are generally able to compensate for them")
"Ordine nel condurre il lavoro, efficienza e autocontrollo, ma anche una predisposizione ai rapporti interpersonali e una indiscussa cordialità"
"un carattere piuttosto tenace ma mai scostante"
"alcuni aspetti che fanno da contrappeso"
"Un modo di agire che talvolta indugia, [...] conosce bene la direzione da prendere ma troppo spesso ritorna sui suoi passi perdendo qualche occasione, ma resta comunque ferma la sua volontà nel perseguire gli obiettivi"
"appare distaccata, di fatto non lo è"
"è capace di far sentire a proprio agio gli altri ma è meno disponibile di ciò che sembra"
"le è costato un po' di costrizione a discapito dell'affermarsi di aspetti più dolci ed autentici della sua personalità"

Quarta analisi.
"ha grandi slanci e bruschi momenti di arresto" (già usato nella precedente)
"Come [...] faccia [...] a non soccombere sotto il peso di alcune contraddizioni" (farà come facciamo tutti con le nostre contraddizioni che possono essere un peso per molti, ma certo sono una manna per i grafologi e per chi altro fa affidamento sull'effetto Forer)
"il suo intelletto duttile, propenso alla concentrazione [...] Non è però una persona cerebrale [...] il cuore c'entra sempre, ma non sempre esprime questa sua sensibilità apertamente. [...] Non si nasconde ma nemmeno si mostra. E' coinvolto da fatti, cose e persone, ma sempre ad un passo di distanza"
"E' duttile e capace di una prospettiva aperta sul mondo, ma nel contempo è fermo e rigido su alcuni valori per lui indiscutibili" (frasi come queste, come si diceva, possono essere considerate l'esempio più evidente di effetto Forer)
"E' spontaneo ma spesso ambiguo" (questa è forse un'affermazione un po' imprudente, ma visto che il richiedente aveva scritto "Penso di conoscermi abbastanza, ma penso anche [anche lui ci mette un po' di effetto Forer? ;) ] che siamo tutti un po' indulgenti con noi stessi. Così mi aspetto da lei qualche sorpresa", forse si poteva rischiare)

Insomma, anche se la grafologa vuole prendere le distanze dall'astrologia (v. citazione all'inizio), le sue analisi sembrano costruite in modo non molto diverso dai responsi degli oroscopi.

Torniamo ora alla presentazione fatta nella prima puntata. La grafologa dice che la grafologia può essere applicata "all'ambito professionale in ausilio alla selezione del personale, all'ambito peritale in materia giudiziaria".
Per quanto riguarda quest'ultimo, torno a ribadire quanto si è detto in un post precedente: non bisogna confondere la grafologia con la perizia grafica. La seconda può evidentemente offrire un contributo alle indagini nel caso in cui si debba individuare la paternità di uno scritto (non sul carattere dello scrivente). La prima invece non ha cittadinanza in materia giudiziaria e non è accettabile come prova.
Per quanto riguarda la selezione del personale, invece, è purtroppo vero che c'è chi valuta i candidati a un posto di lavoro anche con un'analisi grafologica attraverso la quale si vorrebbero conoscere tratti del carattere della persona in questione. In sostanza, una persona potrebbe essere penalizzata nella valutazione per un posto di lavoro non perché ha meno capacità o referenze, ma perché un grafologo ritiene, senza alcun fondamento scientifico, che il modo in cui fa le T o le F indichi un tratto del carattere che non è adatto a quel posto.
 
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26 replies since 13/10/2010, 18:20   1136 views
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