Il mistero dei Beatles, "Voyager", Rai Due, 3 maggio 2010
Roberto Giacobbo dice che nella vicenda della "morte" di Paul McCartney "c'è qualcosa che non torna" e che "adesso c'è qualcosa di nuovo" (ovvero le analisi di Gavazzeni e Carlesi che ho citato nel post qui sopra del luglio scorso).
La ricerca degli indizi parte con la famosa copertina di "Abbey Road"
* Paul, a differenza degli altri Beatles, è scalzo (secondo i fan della leggenda nei rituali orientali il morto è scalzo e i Beatles erano appena stati in India)
* tiene la sigaretta con la destra mentre era mancino
* il Maggiolino bianco sulla sinistra ha nella targa 28 IF, che indicherebbe che Paul avrebbe avuto 28 anni se (IF) fosse stato ancora vivo
* a destra c'è un furgone della polizia che indicherebbe il mezzo usato per andare a rilevare un incidente stradale come quello in cui sarebbe morto Paul
Ci sono poi i testi, magari sentiti al contrario.
*
I'm So Tired conterrebbe, sentita al contrario, le parole "Paul is dead, miss him, miss him".
* Il testo di
A Day in the Life sarebbe un'allusione all'incidente
Glauco Cartocci, autore di un libro sulla faccenda, mostra uno degli indizi più curiosi: se si mette uno specchietto a metà della scritta sul tamburo, le lettere si trasformano in qualcosa che può essere letto come I ONE IX HE DIE, da interpretare come "morto il 9 - 11" (del 1966).
Il servizio dà la parola a Francesco Gavazzeni e Gabriella Carlesi, autori dell'articolo sull'analisi biometrica sulle foto di Paul prima e dopo la "morte", pubblicato sull'edizione italiana di "Wired".
Gavazzeni dice che nel profilo della mandibola c'è una variazione del 5% che difficilmente può essere attribuita al passare degli anni o a dimagrimento.
Carlesi, confrontando una foto prima e una dopo, dice che uno è dolicocefalo e l'altro brachicefalo. Dice che si può notare una endognazia (palato ogivale) e che per correggerla sarebbe stato necessario un lungo e doloroso percorso chirurgico, per di più poco compatibile con il fatto che nel frattempo doveva continuare a cantare. Dice che anche la distanza interpupillare, immodificabile, risulta diversa. Dice che ci sono differenze nel padiglione auricolare.
(ndr: non sono un esperto, ma non è che la prospettiva delle foto può giocare un ruolo? non so se è stata fatta la controprova che mi sembra necessaria, ovvero non solo cercare le differenze tra una foto prima e una dopo la "morte", ma anche vedere se ci sono misure costanti tra le foto del periodo "prima" e se ci sono misure anch'esse cosatnti, ma diverse dalle precedenti, per il periodo "dopo").
Elena Marchetti (perito grafologo) dice che ci sono delle diversità nel modo di scrivere alcune lettere. Per esempio nello scrivere "to" nel 1961 fa prima l'asta della t, senza staccare la penna fa la o e poi va a sinistra per fare il taglio orizzontale della t, mentre in un esempio dopo il 1966 prima fa l'asta, poi il taglio orizzontale e poi senza staccare fa la o. Fa poi l'esempio della g. Dice che non si può escludere che si tratti di due persone diverse.
Voyager presenta quindi la vicenda di Erika Hubers e della figlia Bettina Krishbin. La Hubers dice che Bettina è figlia di Paul McCartney. Secondo un documento che viene mostrato, Paul nel 1966 pagò 30.000 marchi per tacitare una causa per la paternità. In seguito fu fatto un esame del sangue per verificare se Paul era il padre (non c'era ancora quello del Dna) e l'esame diede esito negativo. Per la Hubers, ciò può significare che il prelievo era stato fatto da un sosia e che, se Paul era morto nel 1966, potrebbe essere quello che oggi è creduto Paul McCartney.
Altro indizio. Nella canzone
Gratitude (2007) di Paul McCartney, sentita al contrario, ci sarebbero le parole: "Who is this now? I was Willie Campbell".
ndr: va be', mille "prove" per quella che resta una leggenda metropolitana...
AGGIORNAMENTO: Replica nella puntata del 7 febbraio 2011.
Edited by Fljll Flòi - 9/2/2011, 22:39