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| Praticamente ha rifatto il diario di Anna Frank in chiava moderna. E' bellino perché racconta di questo mondo in cui tutti sono immortali e quindi teoricamente non dovrebbero più nascere bambini. Quelli che nascono sono messi in una specie di ghetto e usati come schiavi. La cosa che mi ha fatto rimanere un attimo è quando racconta di come questi bambini riproducano la mentalità del campo di concentramento. P.e. le crudeltà del più forte verso il più debole per sentirsi vivi, come nel gioco in cui c'è il padrone e lo schiavo, un modo per rielaborare quello che succedeva a loro. E' un romanzo, ma un po' ci rimani male.
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