Ho visto Voyager. Come aveva anticipato Giorgio, il "chupacabra" di Cuero si è rivelato essere semplicemente un coyote, come ha spiegato Mike Forstner della Texas State University - San Marcos presentando i risultati di un'analisi del dna.
Il conduttore di Voyager Roberto Giacobbo, però, non si è dato per vinto. Ha chiesto a Forstner se il dna del "chupacabra" di Cuero era del tutto identico a quello registrato nella banca dati di riferimento come coyote. Forstner gli ha risposto che ci sono delle differenze come ci sono tra tutti i coyote. A me è sembrato chiaro che parlava di una differenza
all'interno della specie. Invece Giacobbo ha concluso che, dato che non coincideva perfettamente, tale differenza indicava
un'altra specie, anche se simile, rispetto al coyote.
Insomma, non è che abbiamo a che fare con una specie diversa, ma è solo che Giacobbo non ha capito quello che Forstner gli ha detto.
La tizia che ha trovato il "chupacabra" di Cuero e che teneva lezioni di zoologia sotto lo sguardo compiaciuto di Giacobbo, tale Phylis Canion, non è che mi sembrasse poi così esperta. C'è una cosa che mi ha lasciato assai perplesso. Prima ha fatto notare che non c'erano denti tra i due canini. Poi ha fatto notare in quella zona un buco e non è che gli è venuto in mente che poteva essere l'alveolo di un dente caduto. Magari sbaglio, ma a me sembrava l'ipotesi più ovvia.
Invece ha detto che quel buco poteva essere quello attraverso il quale succhiava il sangue.
Eh????????
E come funzionerebbe la cosa? E Giacobbo, sentendo 'sta roba, non ha fatto una piega!
Altre cose che ha detto la Canion: le zampe anteriori erano sensibilmente più corte delle posteriori, l'andatura era goffa, l'esemplare era sano e quindi l'assenza di pelo non poteva essere attribuita (secondo lei, ma come ho detto non mi sembrava 'sta grande autorità) alla scabbia.
Il resto della puntata era all'insegna del riciclo. Già visti i servizi sui mostri acquatici, sul draghetto in formalina (se poi era davvero formalina) e sul raggio della morte di Marconi (cosa c'entrava col resto, poi, è difficile capirlo).