Wu Ming

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Fljll Flòi
view post Posted on 5/9/2007, 19:25




I Wu Ming (dietro questo nome - o negazione di nome, perché in cinese significa "senza nome" - ci sono cinque scrittori di Bologna) sono tra le più interessanti realtà della letteratura italiana degli ultimi anni. Q, 54 e il recente Manituana sono romanzi davvero notevoli.
Tra l'altro, i Wu Ming sostengono la libera distribuzione e circolazione dei loro testi che si possono scaricare legalmente e gratuitamente dal loro sito e sono contro la tassazione del prestito nelle biblioteche. Lo ha ribadito sabato scorso Wu Ming 2 (Giovanni Cattabriga) a "Parolario" come ha riferito in questo forum Giorgio qua:
http://bibliotopia.forumfree.net/?t=15948424

E visto che siamo in argomento inviterei Giorgio a farci un riassunto dell'intervento di Wu Ming 2 a Como.
 
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view post Posted on 8/9/2007, 09:54
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Bibliotecario

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Ecco un riassunto dell’intervento di Wu Ming 2 a “Parolario” (1 settembre 2007).
Mentre parlava ho preso appunti, quindi dovrebbe riflettere fedelmente quanto ha detto. Le parti tra parentesi sono citazioni letterali.


Dal 1994 al 1999 i primi quattro Wu Ming (che allora non avevano ancora questo nome) formavano la “cellula bolognese” di Luther Blissett e con questo nome (che è quello di un ex calciatore che giocò anche nel Milan) si erano specializzati nel mettere in luce i limiti dei mezzi di informazione con la creazione di false notizie a cui i media, e in particolare la stampa locale (1) (il quotidiano bolognese Il resto del carlino), abboccavano. Individuato nelle lettere al direttore il “ventre molle” del giornale, crearono l’ “orrorismo”. Scrissero finte lettere sconcertate di cittadini che si domandavano chi era che lasciava in giro per la città frattaglie di animali. Il giornale le pubblicò, evidentemente senza verificare perché era tutto inventato. Venne pubblicato pure un lungo articolo di un critico d’arte che sosteneva che poteva trattarsi di una provocazione d’artista. I LB fecero trovare al critico una testa di pecora.
Chi è incuriosito da questi episodi può leggere Totò, Peppino e la guerra psichica, firmato Luther Blissett.
Riuscirono poi a far cercare alla trasmissione “Chi l’ha visto?” un persona inesistente. I Luther Blissett inglesi furono complici e fornirono agli inviati della Rai dettagli sulla vita del presunto scomparso.
“Questo ci ha fatto innamorare del raccontare storie”.
Perché, quindi, dopo aver scritto insieme le lettere ai giornali, non provare a scrivere insieme un romanzo? I Luther Blissett bolognesi scrivono così il romanzo Q.
Dopo questo libro abbandonano il nome Luther Blissett, perché si era esaurito il loro “piano quinquennale” (1994-1999) e perché si cominciava a identificare troppo Luther Blissett con gli autori di Q.
Q fu anche attribuito a Umberto Eco e gli stessi autori del romanzo, per creare ancor più confusione, misero in giro un pamphlet che argomentava a favore di questa ipotesi (2).
I Wu Ming sostengono i “creative commons”: le loro opere possono essere fatte circolare e copiate liberamente se non c’è fine di lucro. Il no-copyright (o copyleft) già esisteva. Lo usava, per esempio, la casa editrice Shake. <q> è stato però forse il primo romanzo pubblicato da una grande casa editrice con il no copyright. All’inizio la Einaudi lo vide come un problema. Si consultò con i suoi avvocati e alla fine, siccome credeva nel romanzo, accettò.
“Le storie appartengono a una comunità”.
“La narrazione è sempre per forza un processo collettivo”. Deve essere quindi libera, utilizzabile da chiunque.
Invece l’Associazione italiana degli editori e un sedicente sindacato degli scrittori (3) vuole mettere un ticket sui prestiti dei libri nelle biblioteche. Quindi va a finire che tanto più una biblioteca lavora bene, tanto più è tassata.
In 8 anni Q è stato scaricato 20.000 volte dal sito. Eppure come libro ha venduto 250.000 copie. Evidentemente il fatto di essere scaricabile non ha fatto vendere di meno, ma di più. Chi lo scarica, poi magari lo compra, lo regala. Se lo regali alla fidanzata non gli dai mica un blocco di A4 incartati. Per ogni copia scaricata ne abbiamo vendute forse cinque.
Per quanto riguarda Manituana l’idea iniziale era quella di interrogarsi sul mito delle origini degli Stati Uniti, la più occidentale delle nazioni, che ha una leadership in crisi, con grandi costi.
Q partiva dal fatto che si diceva che la modernità era finita e quindi abbiamo voluto andare a vedere come era nata. Con Manituana abbiamo fatto un’operazione analoga, anche per capire come sono gli Stati Uniti e l’Occidente oggi.
Michael Moore dice che il germe iniziale degli Stati Uniti è la paura: i Padri Pellegrini partirono per paura e trovarono un paese che incuteva paura.
Ma l’origine del mito per i Wu Ming più che l’arrivo dei Padri Pellegrini è stata la rivoluzione americana. Si è cercato un punto di vista originale: quello di indiani che traducono il vangelo di Marco, che usano tazze di porcellana, che hanno schiavi neri…
Ci sono pochi film sulla rivoluzione americana e non ce ne sono dal punto di vista di chi ha perso: dell’Inghilterra, ma soprattutto degli indiani che non sono neppure stati al tavolo delle trattative.
Le Sei Nazioni non erano selvaggi. Avevano una costituzione, sia pure in forma orale, che si tramandava da 600 anni. L’idea della confederazione che è alla base degli Stati Uniti fu suggerita dall’indiano Hendrick che la spiegò a Franklin e altri.
C’è una lettera di George Washington al generale John Sullivan in cui si dice che non potevano permettersi di fondare una nazione con dei vicini così violenti e quindi il compito di Sullivan non era solo quello di sconfiggerli, ma anche quello di distruggere le Sei Nazioni.
Su uno degli stendardi dell’armata di John Sullivan era scritto: “Civiltà o morte”.
“Civiltà o morte” è forse l’elemento che non funzionò all’origine ed è quello che ha fatto pensare ai Wu Ming che si poteva scrivere il romanzo.

(1) Wu Ming 2 parla del livello deontologico notoriamente assai basso della stampa locale, forse dimenticando che a presentare lui e l’opera ci sono due collaboratori del quotidiano comasco “La Provincia”. Tra il pubblico si sente qualche risata. Wu Ming 2 precisa che parlava di Bologna e del “Resto del carlino” e non di Como e de “La Provincia”, ma un sorriso sfugge anche a lui.
(2) Wu Ming 2 dice che gli sembra che sia la prima volta che uno di loro rivela che hanno scritto clandestinamente qualcosa pure loro per sostenere la falsa attribuzione di Q a Eco e, scherzando, aggiunge che al rientro a Bologna gli altri Wu Ming l’avrebbero picchiato.
(3) Wu Ming 2 aggiunge che non conosce però nessuno scrittore che vi aderisce.
 
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brnó
view post Posted on 20/9/2007, 23:00




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Puntuale ed esauriente come sempre. Eccellente, Giorgio! Aggiungo solo che WuMing 2 dal vivo è proprio un simpaticone, è un grande affabulatore, ma per nulla borioso. E poi, l'esilarante aneddoto della cassetta della stazione di Bologna meritava da solo il costo del biglietto...
[scherzo, era gratuito]
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 21/9/2007, 09:56




CITAZIONE (brnó @ 21/9/2007, 00:00)
l'esilarante aneddoto della cassetta della stazione di Bologna

Potresti raccontarlo a chi non c'era?
 
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view post Posted on 2/9/2008, 17:37
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Wu Ming 4 è stato sabato sera a "Parolario" per presentare il suo libro Stella del mattino, un romanzo storico che ha per protagonisti T. E. Lawrence (Lawrence d'Arabia) e gli scrittori Robert Graves, J. R. R. Tolkien e C. S. Lewis.
Come l'anno scorso per Wu Ming 2 (vedi sopra), faccio un riassunto dell'intervento.

Wu Ming 4 a "Parolario", Como, 30 agosto 2008
L'autore definisce Lawrence "il prototipo dell'eroe liberatore" e uno dei pochi eroi nazionali britannici. Lo paragona a quello che è Garibaldi per l'Italia.
Dice che per scrivere il suo romanzo ha dovuto in qualche modo "aggirare" la figura di Lawrence interpretato da Peter O'Toole in un film che è uno dei suoi preferiti. Si è concentrato sull'iconografia (sui ritratti, tutti diversi l'uno dall'altro, e sulle foto, in divisa e in borghese) e sugli studi storici, che presentano interpretazioni assai diverse.
Lawrence, secondo Wu Ming 4, è un personaggio atipico ("una di quelle strane figure liminari") e molto attuale per il suo ruolo di "agente di collegamento", incaricato di valutare se era possibile una rivolta degli abitanti locali che avrebbe favorito la lotta contro la potenza nemica.
Il libro di Lawrence I sette pilastri della saggezza è per Wu Ming 4 "un romanzo epico", uno dei pochi del '900, è più letteratura che storia.
In Stella del mattino la parte storica compare sotto forma di flashback descritti in tono anche un po' onirico.
L'autore è stato a Oxford per visitare i luoghi dove era stato Lawrence.
Lawrence aveva un rapporto ambiguo con la sua fama: da un lato sembrava cercarla, dall'altro sembrava volere sfuggire ad essa.
Il giornalista americano Lowell Thomas costruì uno spettacolo attorno alla figura di Lawrence: recitava con toni enfatici le sue imprese mentre venivano proiettate immagini e una banda suonava. Thomas portò lo spettacolo in giro per i paesi del Commonwealth. Lo videro due milioni di persone.
Secondo Wu Ming 4 si può dunque dire che "Lawrence è stata la prima pop star". Morì in un incidente in moto e c'è una leggenda che vorrebbe che sul posto ci fosse un'auto nera: una leggenda come quella di alcune star del rock.
A propoito di due degli scrittori che ha reso protagonisti del suo romanzo, l'autore dice: "Leggendo le biografie di Tolkien e di Lewis [...] mi sono reso conto che erano dei personaggi drammaturgici". Erano tornati dalla prima guerra mondiale con problemi e traumi e con la difficoltà di raccontare quel che era successo realmente al fronte. Nel "tentativo di superare l'afasia", cercarono di raccontarlo attraverso il genere letterario del fantasy. "Il mio intento" dice Wu Ming 4 "era prendere questi personaggi e metterli di fronte all'icona" di Lawrence, a confronto con questa figura ambigua.
Robert Graves fu davvero amico di Lawrence e ne fu anche biografo, ma, avverte Wu Ming 4, la sua è la biografia di un amico, non è affidabile perché sorvola sui tratti oscuri.
La prima guerra mondiale aveva marchiato una generazione. Lawrence era la guerra edulcorata, l'evasione dalla guerra di trincea. Era l'eroe guerrigliero che pensava che non era necessario uccidere il nemico, bastava metterlo in condizioni di non nuocere, per esempio sabotando i treni (questa almeno era la teoria, nella pratica non si attenne sempre a questi principi). Tornato dalla guerra cercò di acquisire il mestiere di scrittore e fu in contatto con i letterati del tempo. Fu amico di Shaw, di Forster, di Sassoon, di Graves. Conobbe Ezra Pound. Quello di entrare nella comunità letteraria fu però di fatto un tentativo fallito, anche perché Lawrence era troppo solipsistico, come lo era stato in Medio Oriente quando volle fare l'arabo, ma col tempo si distanziò dagli Arabi e finì per non sopportarli più e per tornare a Oxford.
L'autore ha riferito di aver scritto una prima stesura del libro senza mostrare nulla agli altri Wu Ming perché voleva "tenerli lettori vergini". Terminata quella, ne sono stati i primi lettori e hanno dato consigli fondamentali per assestare la trama, come prezioso è stato l'aiuto di Severino Cesari della collana Stile Libero di Einaudi.
Wu Ming 4 ha detto che, abituato a scrivere in gruppo, ha trovato difficoltà nello scrivere da solo. Nel lavoro collettivo trovava un riscontro immediato e se c'era un ostacolo si faceva una riunione e si decideva. Da solo aveva dovuto imparare a darsi il tempo necessario per sbrogliare il tema. "Alla fine sono abbastanza soddisfatto" ha commentato.
Una persona del pubblico gli ha chiesto chi fossero i suoi riferimenti letterari e come si conciliavano i suoi e quelli degli altri Wu Min nella scrittura collettiva.
Wu Ming 4 ha risposto di non aver mai cercato dei maestri letterari e di essersi sempre mosso "a naso", aggiungendo di essere comunque "piuttosto anglofilo". Da ragazzino si era appassionato a Joseph Conrad, un romanziere che ha raccontato l'uomo bianco a contatto con l'esotico - come è stato per lui con Stella del mattino. Anche Lawrence era un lettore di Conrad. Non l'ha conosciuto di persona, ma avevano, secondo Wu Ming 4, "un certo idem sentire. Ha aggiunto di essere un lettore di Ian McEwan, pur non apprezzando tutti i suoi libri in egual modo, di Tolkien, di Pullman.
Per quanto riguarda la scrittura collettiva, ha detto che i diversi membri del gruppo hanno diverse ispirazioni letterarie (p.e. Wu Ming 1 è un accanito lettore di Stephen King, mentre Wu Ming 4 lo è pochissimo), ma questo non costituisce un problema.
Non ha escluso di tornare in futuro a scrivere un altro romanzo con Lawrence, magari sugli anni finali della sua vita, aggiungendo però che di certo non lo farà in tempi brevi, per evitare il rischio di scrivere una cosa uguale, un "romanzo seriale" che non è nei suoi interessi.
 
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4 replies since 5/9/2007, 19:25   263 views
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