La mania Da Vinci

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Fljll Flòi
view post Posted on 23/9/2008, 17:38 by: Fljll Flòi




Ieri 22 settembre 2008 su Canale 5 hanno trasmesso il film Il codice da Vinci, tratto dal romanzo di Dan Brown, seguito da una puntata di "Matrix" (il programma condotto da Enrico Mentana) con Pippo Corigliano (portavoce dell'Opus Dei), Corrado Augias e Vittorio Sgarbi.

Pippo Corigliano ha precisato, a proposito del personaggio del monaco dell'Opus Dei Silas, che nell'Opus Dei in realtà non ci sono monaci. Ha sostenuto che Il codice da Vinci, pur se così avverso all'Opus Dei, gli è stato d'aiuto perché l'ha fatto conoscere e ha portato la gente ad approfondire l'argomento.
Corrado Augias ha esordito dicendo che Il codice da Vinci "è un romanzo molto mediocre". Ha detto che il bacio tra Gesù e la Maddalena citato nel libro è in realtà un bacio mistico e che tale gesto è rimasto nella tradizione della chiesa ortodossa sino ai nostri giorni e da questa tradizione vengono anche i baci dati dai dirigenti del Partito comunista dell'Unione Sovietica.
Corigliano ha affermato che l'Opus Dei è tutta visibilissima.
Augias ha ribattuto che dal libro inchiesta di Ferruccio Pinotti esce un'immagine con qualche ombra, come le "forzature" su giovani donne e le pratiche di mortificazione come il cilicio.
Corigliano ha contestato il libro di Pinotti dicendo che scrivere sull'Opus Dei chiedendo a chi ne è uscito è come chiedere del matrimonio a chi ha divorziato. Ha parlato del cilicio come di una mortificazione "gioiosa" ( :wacko: ), dicendo che è comunque un elemento secondario.
Vittorio Sgarbi ha detto che Il codice da Vinci "è un prodotto di sottocultura" e che quando è stato al Cenacolo la gente che gli chiedeva di Gesù e della Maddalena era del genere di quella che legge "Visto" o "Chi" (il paragone è suo - ndr) e che ama il pettegolezzo su chi sta con chi. Secondo lui, la chiesa doveva semplicemente ignorare il romanzo. "Un po' di stupidità diffusa", a suo giudizio, ha dato importanza a una cosa inutile. Ha affermato che Leonardo era un buon cristiano, non un eretico e che vedere nella figura alla destra di Gesù Maria Maddalena e non Giovanni è pettegolezzo senza fondamento. Ha inoltre affermato con enfasi che il sacerdozio spetta solo agli uomini (e non alle donne).
Augias ha fatto notare che il vangelo di Giovanni in realtà non è stato scritto dall'apostolo Giovanni. Ha poi detto che la ricchezza dell'Opus Dei è "congruente" (termine suo) non con Gesù, ma con il cattolicesimo diventato religione di stato con il IV secolo.
Corigliano ha detto che Augias, sia pur in buona fede, sbaglia: l'Opus Dei, a suo dire, non è ricco e tutti i soldi sono investiti in attività assistenziali e educative.
Sgarbi ha fatto una tirata da cui mi è parso di capire che non condivideva l'atteggiamento pauperista (ha parlato anche di comunismo).
Augias ha detto che il pauperismo non è cosa da poco e che dal problema della ricchezza della Chiesa è nata la Riforma.

Nel complesso la trasmissione mi è sembrata deludente. Non si è detto nulla di particolarmente rilevante.
Aggiungo una mia annotazione sull'affermazione del portavoce dell'Opus Dei che chiedere di parlare dell'Opus Dei a chi ne è uscito è come chiedere del matrimonio a chi ha divorziato. Insomma, sembra che l'idea sia: ovvio che ne parla male se ne è uscito. Già, ma perché ne è uscito? Il rapporto può essere visto nell'altro senso: ne è uscito perché ha provato le cose negative che poi ha raccontato. Inoltre noto che non ha messo in dubbio che ciò è stato raccontato sia vero. Ed è qui che mi pare che sia il punto. Se uno esce dall'Opus Dei e racconta fatti veri poco edificanti, non basta dire "ah, ma lo dice perché è arrabbiato con noi". Sì, ma i fatto sono veri o no? Se lo sono, allora restano poco edificanti. E' come se io andassi a denunciare un furto e il carabiniere mi dicesse: "Ah, ma tu lo denunci perché sei incavolato perché ti ha derubato!"
 
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