Con la collaborazione di
Orsetto, eccovi un riassunto della conferenza tenuta da
Paolo Bertotti, fototecnico, autore del blog
Photobuster, a Pambio (Lugano) il 4 marzo 2012, organizzata dal Cicap Ticino, con il titolo:
Inganni misteriosi della fotografia digitale: panoramica sulle nuove tipologie di segnalazione tra scienza, ottica e... dissonanza cognitiva. I video della conferenza sono
qui.
Dopo aver dato qualche cenno di storia della fotografia digitale, Bertotti elenca alcuni vantaggi e svantaggi. Tra le altre cose, segnala come vantaggio la "creatività maggiorata" con l'editing delle foto. Dall'altra parte, c'è lo svantaggio che non si hanno originali non modificabili perché anche i dati exif, talvolta citati come garanzia, sono in realtà alterabili. Altri svantaggi sono la pixellizazione di soggetti lontani, la creazione di artefatti e la definizione medio-bassa (nelle macchine compatte di livello basso o medio).
Bertotti riferisce che la maggior parte delle foto di presunti ufo che gli arrivano da analizzare sono a media risoluzione, mentre quelle scattate con macchine professionali sono una percentuale limitata. Dice che pur con la maggiore diffusione di strumenti che possono scattare foto (fotocamere, videocamere, cellulari) non è cambiata la percentuale di casi che restano non identificati o di difficile interpretazioni, che si aggirano sempre sul 5%.
Passa quindi in rassegna le tipologie di immagini ufologiche.
Blurfo(da
blur, sfocato, +
ufo)
Il testimone non nota nulla a occhio nudo. L'ufo viene notato solo quando si scarica il file sul PC. Nel 100% dei casi è un uccello o un insetto. Bertotti dice che non ha mai visto un blurfo che fosse qualcos'altro. L'animale passa nella zona fuori fuoco, la cui estensione può variare in base alla focale (lunghezza dell'obiettivo, al diaframma, ai tempi di scatto. I tempi e il diaframma danno anche l'effetto sfocato.
Nella maggior parte dei casi (circa l'80%) si tratta di insetti, la cui immagine risulta mossa. La distorsione con allungamento della sagoma si spiega con il fatto che le fotocamere sono in realtà videocamere a fermo immagine e raccolgono l'immagine per un certo tempo (che può anche essere di microsecondi).
Si può valutare la distanza di un oggetto in cielo basandosi sul fenomeno dell'occlusione atmosferica, che fa sì che gli elementi più lontani appaiano più velati alla vista. L'insetto, più vicino all'obiettivo, ha toni di nero più densi rispetto alle montagne sullo sfondo (analisi densitometrica, che si può eseguire con la funzione "contagocce" di Photoshop). La distanza può essere valutata sulla scala delle decine di metri.
Un famoso caso di questo tipo è il blurfo visto all'insediamento di Obama. Sembra un oggetto pulsante, ma in realtà è un uccello. La videocamera ha una risoluzione molto minore di una fotocamera e registra frazioni di immagini quando l'uccello apre e chiude le ali.
OrbsAnche in questo caso, il testimone non nota nulla a occhio nudo e vede l'orb solo sul pc.
Si tratta di particelle di polvere o acqua molto vicine alla fotocamera (5 - 10 cm) che riflettono luce del flash e infatti gli orbs appaiono sempre e solo in foto fatte con il flash.
OverburnE' la "sovrabruciatura" del
ccd. Il miglioramento della tecnologia l'ha fatto quasi scomparire. Il testimone vede un oggetto nero nella fotocamera ma non lo vede se guarda fuori. Il fenomeno è divuto all'estrema luminosità del Sole che non viene registrata dalla fotocamera e nell'immagine è resa come nero.
FlashburnIl testimone non nota nulla quando fa la foto e lo vede solo quano scarica la foto. Si tratta sempre di insetti, colpiti dal flash e sovraesposti.
insetti al 100%. Bertotti cita il divertente caso di una sagoma che ricorda un angelo nella foto di un suo cliente. L'arcangelo Gabriele è apparso nella foto? No, è una locusta in flashburn.
(ndr: articolo nel blog Photobuster qui:
http://photobuster.blogspot.com/2009/09/in...n-montagna.html)
Rods(ndr: citati alla fine della relazione, durante la presentazione di alcuni casi)
Appaiono come corpuscoli allungati con alette. Sono la traccia dell'otturatore mentre passa l'insetto, un blurfo in movimento. Le interruzioni della linea sono in corrispondenza della chiusura dell'otturatore.
ArtefattiGli artefatti vanno addizionati a tutta la casistica precedente. Si formano quando si salva l'immagine. Ogni salvataggio successivo in formato JPG porta alla creazione di artefatti. Sono artefatti le "scalettature" che si vedono in certe immagini. Gli artefatti possono portare a false interpretazioni degli scatti e diminuiscono la qualità generale della foto. Bertotti suggerisce di bisogna settare sempre al massimo i parametri della fotocamera.
Sky lanternLe lanterne cinesi. Il testimone le vede in cielo e le riprende col telefonino. Possono essere da sole o in gruppi. A volte fanno movimenti repentini che vengono da chi ci vede dei veicoli alieni come manovre, ma in realtà sono colpite dal vento. Danno una luce tremula, di colore bianco-giallo o anche di altri colori se la lanterna è colorata. Da lontano può apparire discoidale perché una parte si scurisce per il fumo. Questi "ufo" sono ovviamente silenziosi.
Led balloonsUna novità degli ultimi due anni. Sono facili da lanciare, non hanno fiamma, sono gonfiati ad elio. Volano a grandi distanze. Sono alimentati con tre pile a bottone. Bertotti dice di aver già visto due o tre segnalazioni che possono essere così spiegate.
(fonte:
http://glowproducts.ca/catalog/i130.html)
Led kitesAquiloni dotati di luci. In Italia non ci sono ancora. Ci sono in Cina. Si può far fare loro delle evoluzioni.
(qui l'articolo di PhotoBuster:
http://photobuster.blogspot.com/2011/09/ne...-led-kites.html)
Esposta la casistica, Bertotti passa alle "interpretazioni sci-fi" dei testimoni che negano il responso dellesperto e preferiscono credere di aver visto uno
Sparviero klingon piuttosto che un gufo. Qui, dice Bertotti, "stiamo già cominciando a scivolare verso la dissonanza cognitiva". Il gufo viene illuminato dal flash dal basso e si vede quindi solo quanto è illuminato dal sotto. Gli occhi danno un effetto di riflesso, che viene interpretato come la fiammata di presunti motori del presunto ufo.
Fox News aveva mostrato l'immagine di una traccia in fondo all'oceano affiancata a un'immagine dell'astronave Millennium Falcon di "Guerre stellari". Bertotti dice che bastava fare, come ha fatto lui, la cosa più ovvia: chiedere a un geologo. La traccia era quella di un jackup, una piattaforma petrolifera che naviga fino al posto in cui deve posizionarsi e quindi fa scendere i piloni fino a farli affondare nel fondale. Quello dell'immagine è un punto in cui il pilone si è appoggiato momentaneamente per essere poi trascinato nella posizione scelta.
Cita poi i casi dei fake di Urzi dicendo che la tecnica usata è quella di porre gli oggetti su un vetro e fotografarli. Cita un caso in cui sull'oggetto si vede il riflesso di chi fotografava.
Ricorda il caso della foto con fantasma in un museo di Napoli: era l'immagine di una app per iPhone chiamata "Ghost Capture".
Bertotti nota come spesso ci sia difficoltà di comunicazione e cita il caso di gente buttata fuori da gruppi di Facebook perché aveva idee diverse (ndr: il nostro amico Orsetto, che ha collezionato più di 30 ban, ne sa qualcosa!). Dice che "l'immaginario complottista e purtroppo la dissonanza cognitiva che la fanno da padroni".
Bertotti dice che se si vogliono analizzare seriamente le foto, bisogna fare l'analisi densitometrica e controllare exif e metadati e non, invece, giocare coi filtri che non solo non svelano miracolosamente nulla, ma anzi deteriorano l'immagine. Fare analisi con i filtri, come fanno molti presunti esperti, "è come allungare il campione di sangue con la grappa al mirtillo e poi fare le analisi".
Bertotti cita una bella definizione di realtà dello scrittore Philip K. Dick: "Reale è tutto ciò che, quando smetti di crederci, non svanisce".