Posts written by Giorgio - bib

view post Posted: 1/8/2011, 21:35 RETTILI ANOMALI IN SICILIA? - Zoologia e dintorni
CITAZIONE (sbirulinotosto @ 31/7/2011, 23:14) 
Nel terreno vicino al mio ho visto uno strano rettile di forma abbastanza tozza simile al Gongilo ma con 2 varianti la testa non è triangolare ma quasi tonda non ha collo o meglio la testa è il corpo sono un tutt'uno e alla fine non ha coda e il corpo è piu' grosso del Gongilo colore molto simile al Gongilo molto lucente è lungo circa 25/30 cm è infine e molto veloce appena sente anche piccoli rumori schizza via, non ho trovato nessuna foto su internet che le somigli, sto cercando di fare una foto con scarsi risultati. dimenticavo non ha zampe

Se riesci a fare la foto sarebbe ovviamente ottima cosa.

Nel frattempo provo a suggerire una soluzione: potrebbe essere una luscengola (Chalcides chalcides)?
Quasi tutti i punti che hai citato vanno bene per questa specie:
- "simile al Gongilo"
- "la testa è il corpo sono un tutt'uno"
- "colore molto simile al Gongilo"
- "molto veloce"
- "lungo circa 25/30 cm"
- "non ha zampe": in realtà la luscengola ha le zampe, ma sono di dimensioni tanto ridotte che potrebbero facilmente non essere notate
- "non ha coda": la luscengola ha una coda e, a differenza delle zampette, è ben visibile. La coda però può staccarsi (autotomia) quando l'animale viene preso per tale parte del corpo da un predatore. Dunque è possibile vedere un esemplare vivo e sano senza coda.

Solo questi due non mi sembrano adatti:
- "di forma abbastanza tozza": la luscengola non mi sembra tozza, però giudicare tale carattere può essere magari un po' soggettivo.
- "la testa non è triangolare ma quasi tonda": la testa della luscengola ha una forma più o meno triangolare.

Quella nella foto qui sotto (da Wikimedia Commons) è una luscengola. Coda a parte (che, come si diceva, potrebbe essere stata persa), può essere il tuo rettile?

800px-Chalcides_chalcides_Italy_1

Visto che hai inserito in questo topic il tuo intervento, ho dato per scontato che sei in Sicilia (se fosse diversamente, puoi farci sapere di che zona sei?)
view post Posted: 22/7/2011, 22:04 Serpenti giganti - Zoologia e dintorni
Lorenzo Rossi si è occupato del caso delle "bisce secolari". Con questo nome vengono indicate delle natrici dal collare (Natrix natrix) che raggiungerebbero dimensioni straordinarie al Fosso di Cocuruzzo, a Galluggio (Caserta). Il record sarebbe stato raggiunto da un esemplare ucciso nel 2009 che avrebbe raggiunto l'incredibile lunghezza di 3,50 m, con un diametro del corpo di 10 cm. Dell'enorme biscia parlò la rivista "Wilderness" di gennaio - marzo 2011 mostrandone una foto.
biscia
Rossi cita un recente articolo del giornale "Il mattino" del 3 luglio 2011 (si può leggerlo qui) nel quale Bernardino Ragni, dell'università di Perugia, dice che tale esemplare "è con ogni probabilità la più grande Natrix natrix finora rinvenuta al mondo. Un esemplare unico e dall’eccezionale valore scientifico di oltre tre metri di lunghezza e di circa otto dieci centimetri di diametro".
Rossi, però, nota che il modo in cui si parla delle misure, dando cifre approssimate, fa venire il dubbio che il serpente non sia stato debitamente misurato, ma che si siano piuttosto fatte stime in base alla foto. La foto, osserva quindi Rossi, non offre punti di riferimento precisi e un confronto con l'altezza dell'uomo che lo sorregge con un bastone potrebbe essere fuorviante. La biscia, infatti, potrebbe apparire, facendo il paragone con l'uomo, molto più grossa di quel che era semplicemente perché è in primo piano.
La conclusione di Rossi è che, "per quanto emerso sino ad ora", la "meganatrix" potrebbe essere solo "una questione di prospettiva".

Anch'io ho avuto la stessa impressione quando ho visto la foto e in assenza di altri dati mi sembra che la conclusione di Lorenzo Rossi sia la più plausibile. Non c'è dubbio che la prospettiva possa ingannare, e di molto, sulle dimensioni reali di un animale (o altro). In una conferenza che ho tenuto lo scorso dicembre a Parè ho mostrato la famosa foto dei "ragni urlatori" (in realtà dei solifughi) dell'Iraq che in essa appaiono molto più grossi di quanto siano in realtà.
Per restare ai serpenti si può vedere la foto qui sotto. La lunghezza del serpente sollevato dalla benna sarebbe stata valutata addirittura in 17 metri. Secondo Kentaro Mori si tratta di un problema di prospettiva e l'animale poteva essere in realtà lungo intorno ai 6 metri. Secondo le informazioni da lui raccolte, la foto è stata scattata a Fushun, nella Cina settentrionale, il 4 agosto 2009. "Weird Asia News", invece, per la stessa foto parla di Guping, nella Cina meridionale e dice che il governo locale ha definito la vicenda una bufala.

snakefushun

* Lorenzo Rossi, "Meganatrix": una questione di prospettiva?, Criptozoo.com, 13 luglio 2011:
http://criptozoo.com/it/news/curiosita/ite...-di-prospettiva?
* [Kentaro] Mori, YeaGS! Yet another Giant Snake, Forgetomori, 24 ottobre 2009:
http://forgetomori.com/2009/criptozoology/...er-giant-snake/
* Lycurgus, Giant Snake Found in China Scares Man to Death, Weird Asia News, 16 febbraio 2010:
http://www.weirdasianews.com/2010/02/16/gi...ares-man-death/


Edited by Giorgio - bib - 23/7/2011, 21:00
view post Posted: 2/7/2011, 20:44 Buru - Zoologia e dintorni
I buru sono i misteriosi animali presunti abitanti di paludi nel nord dell'Assam.
A questi esseri hanno dedicato un interessante articolo Lorenzo Rossi e Marco Signore per il sito Criptozoo.com.
Incuriosio da un rapporto di un tale von Furer-Haimendorf, lo zoologo Charles Stonor era andato nel 1945 presso gli Apatani, un gruppo etnico della zona citata, a raccogliere informazioni. Venne a sapere che gli Apatani non li avevano mai visti prima di giungere in quelle terre e ottenne questa descrizione:
CITAZIONE
Misuravano circa 3,5 – 4 metri ed erano di forma allungata. La testa era lunga circa 50 cm, caratterizzata da un muso allungato la cui estremità era piatta. Gli occhi si trovavano dietro al muso e i denti erano piatti come quelli degli esseri umani, eccetto un paio, su mascella e mandibola, che erano "grandi e appuntiti come quelli di una tigre o di un cinghiale". Il collo era lungo circa un metro e poteva essere allungato e contratto. Il corpo era arrotondato e spesso quanto il corpo di un uomo. La coda, lunga circa un metro e mezzo, era arrotondata e affusolata e non terminava a punta. Possedeva lungo i lati delle specie di placche, per descrivere le quali i testimoni posizionavano delle foglie ai lati di un bastone. Le zampe (o pinne?) erano lunghe 50 cm e somigliavano alle zampe anteriori di una talpa. La pelle era come quella di un pesce, ma senza scaglie. Non possedevano peli, ma tre linee di corte spine partivano dalla schiena lungo i fianchi. Il colore era blu scuro con chiazze bianche e una grossa banda bianca correva lungo il ventre.

Secondo gli Apatani, i buru stavano sempre in acqua, saltuariamente emergendo alla superfici ed emettendo uno sbuffo.
Quando la palude fu prosciugata per far posto a risaie, i buru furono tutti uccisi.
In un secondo viaggio, nel 1946, Stonor aveva parlato con un anziano che aveva descritto i buru come animali con forma di serpente, senza zampe, con denti piccoli, coda lunga, di colore blu con macchie bianche. Quando Stonor aveva nominato il coccodrillo, il vecchio aveva detto che sapeva che animale era e che il buru non era un coccodrillo.
Nel 1947 Stonor andò nella valle di Rilo, abitata dai Dafla, a 80 km di distanza da quella dove aveva incontrato gli Apatani. Anche i Dafla sapevano dei buru e dicevano che erano più grossi di un uomo e di colore bianco e nero. Li si vedeva da maggio a settembre quando c'era più acqua e si formava un lago. Negli altri mesi, con meno acqua, si rifugiavano nel fango.
Il giornalista del "Daily Mail" Ralph Izzard, ricevute queste informazioni di Stonor, chiese al suo giornale di finanziare una spedizione. Così nel 1948 Izzard e Stonor guidarono un gruppo alla valle di Rilo, ma non trovarono nulla.

Le ipotesi:
Charles Stonor (The hunt for the buru, 1951): dinosauri sopravvissuti
Tim Dinsdale (1976): coccodrilli
Roy P. Mackal (1980): varani acquatici
Karl Shuker (1991): dipnoi

Rossi e Signore scartano subito le prime tre ipotesi. Ritengono interessante, invece, quella di Shuker, notando le somiglianze morfologiche e ricordando che ci sono dipnoi che sopravvivono ai periodi di siccità scavando nel fango per trovarvi rifugio.
I due autori avanzano anche l'ipotesi che potesse trattarsi di grossi anfibi caudati come quelli del genere Andrias.

buru02
Il disegno di Matteo Bacchin mostra le due ipotesi di Rossi e Signore. Sopra: un grosso anfibio caudato simile alle salamandre giganti di Cina e Giappone (genere Andrias). Sotto: un pesce dell'ordine dei dipnoi.

* Lorenzo Rossi e Marco Signore, La ricerca del buru, Criptozoo.com, 7 marzo 2011:
http://criptozoo.com/it/criptozoologia/dos...icerca-del-buru
view post Posted: 1/7/2011, 11:19 RETTILI ANOMALI IN SICILIA? - Zoologia e dintorni
Ciao Madness974, grazie per le informazioni e benvenuto nel forum.

CITAZIONE (madness974 @ 30/6/2011, 23:47) 
Ho visto tanti serpenti nelle mie zone, ed i più grossi e comuni, sono neri/verde molto scuro, che qui chiamiamo "scussuni", ma con una lunghezza di circa 1 o 1,5 mt. Avvistati spesso nelle ore pomeridiano con caldo asfissiante (immagino situazione ideale per loro). Con un carattere molto timido in quanto, scappano immediatamente. Non conosco il nome italiano o scientifico.

Sembrerebbe che si tratti del biacco (Hierophis viridiflavus).
240px-Hierophis_viridiflavus_3_osoa
(foto dalla Wikipedia in spagnolo)

CITAZIONE
il "ranato", ce pare abiti spesso gli alberi di melograno, di colore grigio con dei rombi rossi, contornati neri sulla schiena.

Dalla descrizione, parrebbe il colubro leopardino (Zamenis situla; sin.: Elaphe situla).
230px-Elaphe_situla
(foto da Wikipedia)

Tienici aggiornati sui serpentoni.
view post Posted: 23/6/2011, 22:49 Animali nello stomaco - Zoologia e dintorni
CITAZIONE (Fljll Flòi @ 22/6/2011, 23:23) 
(ndr: @Giorgio: tu hai appena fatto una conferenza sulle leggende sugli animali nello stomaco, giusto?)

Sì, il 3 maggio scorso a Moltrasio. La serata era sulle leggende metropolitane (il titolo era proprio Leggende metropolitane, con sottotitolo rane nello stomaco e altre leggende (e qualcosa di vero)). Ne ho presentate alcune, tra le quali, appunto, quella dei girini (o serpentelli) che lo sfortunato protagonista della leggenda inghiotte mentre beve acqua da una pozza o altro e che crescono nello stomaco.
Come dice la studiosa di folclore che ha parlato nel servizio che hai riassunto, non si tratta di una leggenda solo dei nostri tempi. Si ritrovano storie simili già nei secoli scorsi. Appena riesco, metto sul sito la mia relazione (insieme a quelle delle altre quattro serate che abbiamo fatto da dicembre a maggio).

CITAZIONE
I Mythbusters fanno un esperimento mettendo dei girini in provette contenenti:
- acqua (campione di controllo)
- acido cloridrico (presente nello stomaco umano)
- acqua a 36,6°C (per simulare la temperatura interna umana)
- acqua con salinità pari alla saliva umana
Risultato: i girini muoiono presto nell'acido cloridrico e nell'acqua a 36,6°C. Sono invece rimasti vivi nell'acqua con salinità pari alla saliva e, ovviamente, nell'acqua normale usata come campione di controllo.

Già in passato erano state fatte prove come queste per dimostrare che le storie che si raccontavano su ciò non potevano essere vere.
Lo studioso tedesco Arnold Adolph Berthold aveva fatto l'esperimento di mettere gli animaletti in acqua a 29°C ed erano morti.
Un altro studioso, John Call Dalton, aveva fatto l'esperimento sulla resistenza ai succhi gastrici. Invece che delle provette, come i Mythbusters, aveva usato un cane. Gli aveva infilato in gola alcune lumache e rane in modo che giungessero vive nello stomaco. Dopo un po' aveva ucciso il cane e ne aveva aperto lo stomaco: gli animaletti erano già morti e attaccati dai processi digestivi (casi citati da Jan Bondeson, A cabinet of medical curiosities, London : Tauris, 1997, pp.42-43).

Aggiungo un altro fatto curioso che ho citato quella sera. Le rane del genere Rheobatrachus allevavano (purtroppo temo di dover usare il verbo al passato perché sono state dichiarate estinte) i figli proprio nello stomaco. Il "trucco" era che uova e girini secernevano prostaglandina E2, una sostanza che inibiva la produzione dei succhi gastrici nello stomaco della madre che diventava così un ambiente ospitale per lo sviluppo. A meno che un imprevisto avesse costretto la madre a espellersi quando ancora erano girini, i figli compivano la metamorfosi dentro lo stomaco materno e uscivano come ranocchi dalla bocca della madre.

view post Posted: 13/6/2011, 12:03 Mostri marini - Zoologia e dintorni
Un "mostro" è stato fotografato nel fiume Mersey (lo metto tra i mostri marini, dato che dal mare proveniva). La foto è stata scattata da un tale Mark Harrison a Seacombe (non lontano da Liverpool).

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Un articolo del "Liverpool Echo" del 27 maggio 2011 riferisce il parere di Paul Renolds, del Blue Planet Aquarium, che dice che "è virtualmente impossibile identificare davvero" l'animale, aggiungendo che in questo periodo è facile che passino squali elefante.
Renolds poi dice (sempre secondo quel che riferisce il giornale) che, se non è uno squalo elefante, potrebbe essere qualche cetaceo.
Due giorni dopo sullo stesso giornale, Danielle Gibas dice che potrebbe trattarsi di una focena.
Viene anche riportata una frase dell'autore delle foto che dice: "inizialmente ho pensato che fosse una foca".
Curiosamente è proprio quest'ultima l'ipotesi che appare più probabile, per non dire sicura, come sostiene anche un esperto di identificazioni "criptozoologiche" come Darren Naish.
Naish fa notare che nella prima foto (a) non si vede una pinna dorsale e (b) c'è uno spazio tra le due parti di animale che emergono.
E' difficile pensare a come uno squalo elefante possa far emergere fuori dall'acqua una larga parte del corpo senza mostrare la pinna dorsale, piuttosto grossa.
Un cetaceo, osserva Naish, non potrebbe mostrare due curve come quelle visibili nella foto: "il loro profilo mostra una convessità continua dal muso alla coda". A voler essere pignoli, si potrebbe obiettare che potrebbe però trattarsi di due esemplari vicini, ma l'ipotesi che i tratti di un solo individuo di cui emergono due parti del corpo è decisamente più probabile e comunque il profilo del muso dell'animale, mostrato nella seconda foto mentre emerge dall'acqua, suggerisce chiaramente che si tratti di una foca e non di una focena o altro cetaceo.
Naish conclude che l'animale è quasi certamente un maschio di foca grigia (Halichoerus grypus).

* Laura Jones, Mystery Mersey ‘monster’ baffles marine life experts, Liverpool Echo, 25 maggio 2011:
http://www.liverpoolecho.co.uk/liverpool-n...00252-28758710/
* Mystery of Mersey 'monster' solved,Liverpool Echo, 27 maggio 2011:
http://www.liverpoolecho.co.uk/liverpool-n...00252-28771421/
* Darren Naish, The Mersey monster is photographed!!!, Tetrapod Zoology, 30 maggio 2011:
http://scienceblogs.com/tetrapodzoology/20...ster_photos.php
view post Posted: 5/6/2011, 21:33 Lumaconi carnivori? - Zoologia e dintorni
Se può servire:
CITAZIONE
Daxl (cited by Godan, 1983) showed that D. reticulatum were attracted more to a vegetable diet than to bran or blood meal, but the limacid Limacus flavus (Linnaeus) preferred a carcass meal.

(Stuart E. R. Bailey, Molluscicidal baits for control of terrestrial gastropods, in Molluscs as crop pests, edited by G. M. Barker, Wallingford - New York : Cabi, 2002, pp.33-54 - cit. a p.38)

CITAZIONE (Fljll Flòi @ 3/6/2011, 21:23) 
E, inoltre, le trovate "bellissime" (come la mia amica) o schifose (come me)? :D

Io trovo bellissimi anche animali che molta gente trova repellenti, ma i lumaconi fanno schifo anche a me.
view post Posted: 15/4/2011, 13:09 Premonizioni - Mah
CITAZIONE
* Friedrich August Kekulé che "ha scoperto la struttura esagonale della molecola di benzene durante un sogno"

L'aneddoto è famoso, ma l'autenticità è stata messa in dubbio.
Nel 1984 John Wotiz e Susanna Rudofsky hanno consultato le carte di Kekulè conservate all'università di Darmstadt, scoprendo che nel 1854 Kekulé aveva proposto a un editore di tradurre in tedesco un libro del chimico francese Auguste Laurent (Méthode de chimie, Paris : Mallet-Bachelier, 1854) e faceva un riferimento alla pagina 408 nella quale compariva il disegno di una struttura esagonale per il cloruro di benzoile. Per i due studiosi, dunque, la scoperta di Kekulé non verrebbe da un sogno, ma sarebbe stata tratta dal libro di Laurent, e il fatto che Kekulé non abbia citato il libro di Laurent nel suo articolo del 1865 in cui scriveva della struttura esagonale del benzene li porta a concludere che "Kekulè non solo abbia "tratto ispirazione" dal libro di Laurent ma abbia inoltre tentato in tutti i modi di evitare che Laurent potesse condividere con lui l'onore e il merito della scoperta" (così riassume Federico Di Trocchio, Le bugie della scienza : perché e come gli scienziati imbrogliano, Milano : A. Mondadori, 1993, pp.213-215; la vicenda è riassunta anche in Alexander Kohn, Falsi profeti : inganni ed errori nella scienza, Bologna : Zanichelli, 1991, pp.273-275).

Edited by Giorgio - bib - 16/4/2011, 10:51
view post Posted: 21/3/2011, 12:04 Draghi - Zoologia e dintorni
CITAZIONE (EnricoShad @ 15/3/2011, 12:38) 
Pare addirittura che un biologo di non so che epoca abbia stilato (credo per scherzo) una lista delle diverse specie, sulla base degli avvistamenti :)

Qualcosa del genere è stato fatto da Johann Jakob Scheuchzer, un naturalista svizzero, che in un suo libro dal titolo Ouresifoites helveticus, sive Itinera per Helvetiae alpinas regiones (Lugduni Batavorum : Van der Aa, 1723) aveva inserito (t. III, pp.377-397) una storia dei draghi svizzeri con undici illustrazioni. I draghi di Scheuchzer sono stati ripresi da [Thomas Salmon], Lo stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo naturale, politico e morale, vol. XI (Delle sette Provincie Unite, dei Paesi Bassi, degli Svizzeri, Grigioni, e loro alleati), Venez[i]a : presso Giambatista Albrizzi, 1742, pp.300-307, che ha riunito in due tavole gli undici draghi illustrati nel libro di Scheuchzer.

Può essere lui? (anche se parlava della Svizzera e non delle Dolomiti)
Se non è lui, riesci a rintracciare chi era? Che sia fatto per scherzo o meno, sembra interessante.
view post Posted: 14/3/2011, 22:24 Fungo parassita delle formiche - Zoologia e dintorni
Anche se la presentazione dell'articolo sul "National Geographic" può forse trarre in inganno, i funghi parassiti del genere Ophiocordyceps erano già conosciuti.
Gli autori (Harry C. Evans, Simon L. Elliot, David P. Hughes) dell'articolo pubblicato su "PLoS ONE", a cui quello del "National Geographic" fa riferimento, hanno studiato questi funghi in Brasile e hanno tratto la conclusione che le variazioni morfologiche, già osservate in precedenza e interpretate come varietà all'interno di una singola specie, Ophiocordyceps unilateralis (che si trova nominato anche come Cordyceps unilateralis), indichino invece diverse specie. Ne hanno descritte quattro, attribuendo i nomi in riferimento a quello delle formiche (del genere Camponotus) di cui sono parassiti:
* Ophiocordyceps camponoti-rufipedis
* Ophiocordyceps camponoti-balzani
* Ophiocordyceps camponoti-melanotici
* Ophiocordyceps camponoti-novogranadensis

I Cordyceps sono già noti dall'Ottocento e non sono parassiti solo delle formiche.
Il disegno qui sotto (del maggiore generale Robley, in base a un esemplare posseduto da L. Jouffroy d'Abbans, console francese a Zurigo) viene dal settimanale "The Graphic" del 30 agosto 1890 e si riferisce ai bruchi di Hepialis virescens (nell'articolo il nome del genere era scritto Hipialis, ma dovrebbe essere con la "e" - in ogni caso, il lepidottero in questione è stato poi rinominato Aenetus virescens) attaccati dal fungo Sphoeria robertsii (poi rinominato Cordyceps robertsii).
image
L'autore dell'articolo riferisce che i bruchi in questione, quando sono vivi e sani, vengono mangiati dai Maori (la notizia viene dalla Nuova Zelanda). L'articolo lo chiama "Vegetable Caterpillar" ("bruco vegetale"), riferisce che dai Maori è chiamato "aweto" e dice (in modo ovviamente inesatto) che è "tanto vegetale quanto animale e, allo stadio finale, è un vegetale e null'altro". L'autore lo definisce "l'insetto più curioso che esista - così curioso che, se non fosse garantito e spiegato scientificamente, sarebbe considerato una bufala".

Lawrence Weschler riferisce che lui ebbe proprio tale impressione quando andò a visitare il Museum of Jurassic Technology, a Culver City, California, dove era esposta una formica con un'escrescenza che le usciva dalla testa, presentata come la formica stridulante del Camerun Megaloponera foetens (sic, vedi sotto) parassitata da un fungo del genere Tomentella (vedi sotto). Una spiegazione del museo diceva al visitatore che il fungo, dopo aver invaso la formica, ne alterava il comportamento, inducendola infine a salire in cima a una pianta e ad ancorarsi lì, stringendo le mandibole, fino alla morte.
Trattandosi di un museo piuttosto insolito, una collezione di stranezze, Weschler non aveva preso sul serio la storia e l'aveva riferita come uno scherzo al biologo Tom Eisner. Eisner, però, dopo aver ascoltato la storia, lasciando stupefatto Weschler, gli aveva chiesto: "Allora, dove sta lo scherzo? Questa roba è sostanzialmente esatta".
Eisner aveva precisato che il corretto nome del genere è Megaponera (non Megaloponera), che tale genere era comunque poi stato incluso nel genere Pachycondyla e che la formica in questione doveva essere P. analis (possiamo aggiungere che il nome Megaponera è comunque ancora usato per definire un raggruppamento interno delle Pachycondyla che comprende la citata P. analis e P. laeviuscula - fonte: antbase.org).
Eisner aveva anche riferito a Weschler che esistevano esempi analoghi anche negli Stati Uniti, per esempio in Florida, dove si potevano trovare formiche Camponotus floridanus colpite da un fungo del genere Cordyceps, che induceva quel tipo di comportamento. Eisner e la moglie Maria ne avevano fotografato un esempio (la foto compare nel libro di Weschler in una tavole tra le pp.74 e 75).
Tra l'altro, sembrerebbe un Cordyceps, e non una Tomentella, anche il fungo parassita della formica del Museum of Jurassic Technology. Paul Schmid-Hempel (1998, p.295) mette Megaponera tra le formiche attaccate da funghi del genere Cordyceps (e non cita nessun altro fungo che attacchi quelle formiche).

Non solo funghi. C'è anche Dicrocoelium dendriticum, un verme parassita della classe dei trematodi. Una larva arriva al cervello della formica e la spinge a salire in cima a un filo d'erba dove si ancora con le mandibole. In quella posizione potrebbe essere ingoiata da una pecora ed è questo il fine dell'azione del parassita che vive uno stadio successivo nel ventre della pecora. Nelle ore più calde (sempre, ovviamente, che la formica non sia stata già mangiata) il parassita lascia il controllo sull'insetto che scende dall'erba e si nutre regolarmente per poi tornare a salire per tentare nuovamente di farsi divorare (Schmid-Hempel 1998, p.60; Coustau, Hertel 2010, pp.28-29).

* The "Aweto", "The Graphic", 30 agosto 1890, p.240.
* Lawrence Wechsler, Il gabinetto delle meraviglie di Mr. Wilson, Milano : Adelphi, 1995, pp.13-14, 23, 72-74.
* Paul Schmid-Hempel, Parasites in social insects, Princeton : Princeton University Press, 1998.
* Christine Coustau, Olivier Hertel, La maledizione dell'onisco e storie di altri parassiti, Torino : Utet, 2010, pp.28-29.
* Harry C. Evans, Simon L. Elliot, David P. Hughes, Hidden Diversity Behind the Zombie-Ant Fungus Ophiocordyceps unilateralis: Four New Species Described from Carpenter Ants in Minas Gerais, Brazil, "PLoS ONE" 6(3) (2011), e17024.

Edited by Giorgio - bib - 14/3/2011, 23:31
view post Posted: 27/2/2011, 21:08 Fantasmi - Mah
CITAZIONE (Fljll Flòi @ 25/2/2011, 22:48) 
Ma il meglio arriva quando Gullà fa vedere un filmato che mostrerebbe il fantasma di un gatto. La proprietaria, affezionata al micio, lo avrebbe visto per 2 o 3 notti come fantasma presso la sua villa (nel Sud Italia). Gullà dice che la forma in movimento sembra gassosa, come se il gatto usasse le molecole di acqua per far vedere la sua immagine, fornendole la sua (del gatto) "informazione elettromagnetica" (ndr: :huh: :lol: :lol: ). Gullà indica come gatto una forma indistinta e Bossari commenta: "mi sembra chiaro" (ndr: ma chiaro cosa?? :lol: :lol: :lol: )

Vedendo il filmato (qui, da 4:17) a me "sembra chiaro", invece, che non si tratta certo di un gatto morto "tornato" come fantasma, ma di un insetto vivo che cammina sulla lente della telecamera. L'aspetto evanescente dipende ovviamente dal fatto che è fuori fuoco.
view post Posted: 8/2/2011, 21:25 Il calabrone e le leggi dell'aerodinamica - Zoologia e dintorni
Ho sentito la storia del calabrone che non potrebbe volare nel 2001 da una persona che diceva che l'Italia è come il calabrone perché per le leggi scientifiche il calabrone non potrebbe volare e invece vola, per le leggi economiche l'Italia non potrebbe stare in piedi e invece sta in piedi.

Aggiungo qualche osservazione all'articolo citato da Enrico.

CITAZIONE
Secondo l'ingegnere aeronautico John McMastes, la storia del calabrone iniziò a circolare in Germania negli anni Trenta del secolo scorso e precisamente all'università di Göttingen: proprio il luogo in cui Ludwig Prandtl (1875-1953) gettò le basi della moderna fluidodinamica

La versione originale di questa specie di leggenda metropolitana riguarda in realtà non il calabrone, ma il bombo.
In effetti McMasters parlò del bombo (come si nota già nel titolo del suo articolo: The flight of the bumblebee and related myths of entomological engineering: il bumblebee è il bombo e non il calabrone, in inglese hornet).
L'insetto nell'immagine è in effetti un bombo e non un calabrone.
image
In Italia la storia si è diffusa con il calabrone (errore di traduzione? il nome suona meglio?)

CITAZIONE
Secondo McMastes, il primo a proporre questo enigma fu un professore svizzero, da tempo scomparso, che aveva svolto studi pionieristici sulla dinamica dei gas a velocità supersoniche nel corso degli anni Trenta e Quaranta

Qui è riportato un messaggio del 1999 di McMasters nel quale diceva di aver saputo da una fonte che reputava molto attendibile che il fisico svizzero in questione era Jacob Ackeret. Aggiungeva che nel libro dell'entomologo Auguste Magnan Le vol des insectes (Paris : Hermann, 1934) si legge "Tout d'abord pouss'e par ce qui fait en aviation, j'ai applique' aux insectes les lois de la resistance del'air, et je suis arrivé avec M. SAINTE-LAGUE a cette conclusion que leur vol es impossible" e per questo concludeva che il "colpevole" fosse questo Sainte-Lague (si noti che in questa citazione si parla genericamente di "insectes").


Edited by Giorgio - bib - 8/2/2011, 22:11
view post Posted: 19/1/2011, 22:50 Leggende metropolitane - Mah
Effettivamente c'è una leggenda metropolitana in cui l'animale accidentalmente fa partire un colpo del fucile ferendo un cacciatore.
Io la conosco con la lepre come protagonista.
Ce n'è una versione in Claudio Ciaravolo, con Franco Serra, Taxi legends : bufale a tassametro, Casale Monferrato : Piemme, 2000, pp.150-151.
view post Posted: 17/1/2011, 12:06 Stelle di Natale: pericolose o no? - Mah
CITAZIONE (EnricoShad @ 17/1/2011, 10:12) 
Mi spiace Giorgio, non costituisci una statistica sufficiente per trarre conclusioni! ;D

Una conclusione almeno si può trarre, ovvero che ingerire qualche foglia di stella di Natale non necessariamente ha come conseguenza irritazioni, sia pur di lieve entità, a bocca e stomaco, dato che a me non ha fatto alcun effetto, neppure minimo.
D'altra parte, come ricorda l'articolo di "Mah", esistono diversi studi che mostrano che in genere non ci sono conseguenze sgradevoli. Come ha ricordato Stefano, il libro di Dietrich Frohne e Hans Jürgen Pfänder riferisce di un solo caso certo in cui una persona ha avuto conseguenze di un certo rilievo (comunque non tali da poter parlare di un pericolo), per contatto con la pelle, e lo attribuisce a un'allergia del soggetto.
Dunque non consiglio di mangiare foglie di stella di Natale, ma neppure credo che siano pericolose come si sente dire.
view post Posted: 17/1/2011, 11:22 Rennes-le-Chateau - Mah
CITAZIONE (Mistero - cit. da Fljll Flòi @ 16/1/2011, 18:27) 
* un pellicano con figli (sovraimpressione: "Il sangue che esce dal petto del pellicano simboleggia la forza spirituale che alimenta il lavoro dell'alchimista")

Il pellicano che si ferisce e facendo cadere il sangue sui figli morti ridà loro la vita è, nella tradizione cristiana, un simbolo di Gesù Cristo che redime con il suo sangue il genere umano.
Si può vedere per esempio il Bestiario moralizzato di Gubbio (in Le proprietà degli animali, Genova : Costa & Nolan, 1983, p.115):
CITAZIONE
[...]
Ke, poi se fere nello destro lato
e de lo sangue redà a sentir,
così de morte li torna a vita.
Lo pellicano fo Cristo beato
ke per noi se lasciò en croce morire,
cotanta è caritade e.llui compita.

Anche Dante (Paradiso, XXV, 112-114) usa il simbolo del pellicano per indicare Gesù:
CITAZIONE
"Questi è colui che giacque sopra 'l petto
del nostro pellicano, e questi fue
di su la croce al grande officio eletto."

Dunque, la raffigurazione di un pellicano in una chiesa è spiegabile con questa tradizione e non c'è alcun bisogno di chiamare in causa presunti significati alchemici.
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