Chiesa e ufo

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ufocatcher
view post Posted on 11/11/2009, 10:13




Sul numero di oggi di "Leggo" (quotidiano gratuito distribuito per strada) in prima pagina c'è la presentazione di un articolo con questo titolo:

Svolta della Chiesa: «Possibile una vita extraterrestre»

All'interno (a pag.5) l'articolo (di Marco Pasciuti) ha come titolo:

Il Vaticano scopre E.T.

e nel testo si dice che "La Chiesa cancella così secoli di no aprioristici".

Sul sito dello stesso giornale ( http://www.leggonline.it/articolo.php?id=33745 ) il titolo è:

Il Vaticano si arrende "Gli alieni esistono"


In realtà non è una novità.
Per esempio si può vedere questo articolo del Corriere della Sera del maggio 2008:
http://www.corriere.it/cronache/08_maggio_...44f486ba6.shtml
 
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view post Posted on 24/12/2009, 09:35
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In effetti non è una novità e, tra l'altro, "Leggo" dovrebbe ben saperlo visto che nel maggio del 2008 ne aveva già parlato come fosse una novità (e non lo era neppure allora).
Il numero del 14 maggio 2008, p.3, sotto il titolo: Il Vaticano apre a ET: possibile credere negli alieni, diceva: "Il Vaticano prende posizione per la prima volta sul problema degli alieni". A essere rigorosi, dire "il Vaticano apre" o "il Vaticano prende posizione" non è preciso, perché non abbiamo a che fare con un documento ufficiale della Chiesa cattolica, ma con un'affermazione del direttore della Specola Vaticana, il gesuita José Gabriel Funes, in un'intervista all' "Osservatore romano".
In ogni caso non si tratta di una novità. Lo stesso Funes esprime questa opinione da anni, come per esempio aveva fatto ai tempi del convegno internazionale della Specola presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2000.

CITAZIONE
In una tipica galassia, un ammasso di almeno cento miliardi di stelle, ci potrebbero essere moltitudini di pianeti gemelli della Terra, con esseri viventi come noi. Se, come io credo, essi esistono, possono essere considerati fratelli della creazione
(Funes cit. in Franco Foresta Martin, L'astrofisico del Vaticano: «Gli extraterrestri esistono e sono nostri fratelli», "Corriere della Sera", 13 giugno 2000, p.6)

A quei tempi Funes non era ancora direttore della Specola, ma neppure il fatto che chi ha questa carica esprima simili opinioni è una novità visto che anche il predecessore di Funes, George Coyne, pure lui gesuita, era su queste posizioni:

CITAZIONE
In fondo non sarebbe un egocentrismo cosmico pensare che noi siamo gli unici esseri intelligenti dell'universo?
(cit. in Andrea Colombo, C. S. Lewis e gli extraterrestri, "Studi cattolici", XLI (1997), pp.683-684)

CITAZIONE
L'universo è tanto grande che sarebbe una follia dire che noi siamo l'eccezione. [...] Questo ci dimostrerebbe che Dio ha ripetuto altrove ciò che esiste sulla terra e nello stesso tempo toglierebbe dalla fede quel geocentrismo, quell'egoismo, se posso dire, che ancora la caratterizza.
(risposta di padre Coyne in Giovanni Caprara, Cercando Dio oltre il Big Bang, "Corriere della Sera", 7 gennaio 2002, p.23)

Quindi nessuna sorpresa se padre Funes, diventato direttore della Specola, continui a esprimere le opinioni che aveva in precedenza e che erano condivise dal suo predecessore. Ecco alcune delle affermazioni di padre Funes che tanto scalpore hanno fatto nel maggio del 2008, tratte dall'articolo di Luigi Accattoli per il "Corriere della Sera" (Il Vaticano apre agli extraterrestri «Si può credere in Dio e in E.T.», 14 maggio 2008, p.22):

CITAZIONE
E' possibile credere in Dio e negli extraterrestri. Si può ammettere l'esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione e nella redenzione.

CITAZIONE
Come esiste una molteplicità di creature sulla terra così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio.

In risposta a quella che Accattoli definisce una "obiezione vertiginosa: ma da chi sarebbero stati redenti questi alieni?", padre Funes risponde che "non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell'amicizia piena con il loro Creatore" e in ogni caso "anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere della misericordia di Dio, come è stato per noi uomini".
Insomma, per padre Funes la possibile esistenza di esseri extraterrestri intelligenti non è in nessun modo in conflitto con il Cristianesimo.
Nell'intervista citata sopra padre Coyne diceva che "La possibilità di vita extraterrestre intelligente e spirituale ci presenta molte domande. La scienza per un credente, comunque, non demolisce la fede ma la sprona". Secondo Coyne, il problema non è del Cristianesimo, ma piuttosto di "un certo ambiente ideologico della Chiesa" dove non si vogliono "affrontare le discussioni che potrebbero far tremare un po' le dottrine" in esso sostenute.

Andando ancora indietro, un altro gesuita, Domenico Grasso, nel 1952 aveva pubblicato sulla prestigiosa rivista dell'ordine "La civiltà cattolica" un articolo sull'argomento (D. Grasso, La teologia e la pluralità dei mondi abitati, "La civiltà cattolica", 103 (1952), vol. IV, pp.255-265), sostenendo che, di fronte alla scoperta di vita extraterrestre, "né il domma né la teologia si troverebbero in difficoltà" (p.263) e che ad esseri ragionevoli, per quanto diversi da noi, si poteva certamente "attribuire la definizione di uomo" (p.255).
Già secoli fa Nicolò Cusano, il noto filosofo che fu anche vescovo di Bressanone, sostenne la possibilità che altri corpi celesti potessero essere abitati (De docta ignorantia, II, 12).
Grasso ricorda come per alcuni credere in esseri fuori dalla Terra minacciava la religione cristiana (cita a questo proposito una lettera dell'abate Giovanni Ciampoli a Galileo Galilei e una di padre Le Cazre a Gassendi), ma col tempo "i teologi si accorsero che né la teologia né il domma avevano nulla da temere da un'ipotesi così ardita" e a questo proposito cita le opere di Monsabrè e Pohle.
Per quanto riguarda la redenzione, Grasso ipotizzava tre casi:
(1) Hanno superato la prova fallita da Adamo ed Eva e quindi, senza peccato originale, non hanno bisogno della redenzione.
In questo caso, secondo Grasso, vivrebbero nel benessere, senza malattie e con una scienza più evoluta della nostra.
(2) Hanno anche loro mancato la prova. Qui Grasso introduce tre possibilità:
(2a) "sono stati lasciati nel loro peccato senza possibilità di perdono"
(2b) "sono stati redenti in un modo diverso da quello voluto dal Creatore per i discendenti di Adamo"
(2c) "da Dio sono stati redenti applicando loro i meriti di Gesù Cristo, portandoli a conoscenza dell'avvenuta redenzione mediante una rivelazione individuale o collettiva, ed esigendone l'accettazione e fede, come condizione e mezzo indispensabile di salvezza"
(3) Sono "senza un destino soprannaturale in una condizione puramente naturale" e dopo la morte avranno una "felicità semplicemente naturale, come, nella dottrina cattolica comune, avviene per i bambini morti senza battesimo"

Anche C. S. Lewis, lo scrittore oggi noto soprattutto per le Cronache di Narnia> si era interessato alla questione, dedicandole un saggio (pubblicato nel 1963 con il titolo Onward, Christian Spacemen, tr. it. L'occhio che vede, in C. S. Lewis, Riflessioni cristiane, a cura di Walter Hooper, ed. it. a cura di Andrea Colombo, Milano : Gribaudi, 1997, pp.224-235).
Lewis riteneva che quella di entrare in contatto con creature razionali extraterrestri fosse "una possibilità remota" e pensava che non fosse un male, essendo convinto che l'incontro sarebbe stato certamente uno scontro, con i più forti (sia che fossero i terrestri, sia che fossero gli alieni) che avrebbero soggiogato i più deboli.
Anche Lewis si poneva il problema teologico della redenzione per ipotetici esseri razionali extraterrestri.
(1) Gli alieni potrebbero essere "una razza [...] immacolata, senza guerre né altre malvagità, tutta pace e fratellanza" e che "non conosce la storia della redenzione e dell'incarnazione". In questo caso, "non ci sarebbe stata la redenzione, perché non ce ne sarebbe stata la necessità". Lewis aggiunge che, di fronte a tali esseri, i terrestri probabilmente troverebbero comunque "un buon motivo per sterminarli".
(2) Potrebbero essere "una razza che, come noi, sia un misto di bontà e cattiverie" e per la quale ci sia stato un evento di redenzione, anche se "non c'è bisogno, per quanto ne possa capire, che sia stato conforme al nostro modello dell'incarnazione, passione, morte e resurrezione": Dio potrebbe anche aver "utilizzato delle altre vie [...] per redimere un mondo perduto".
(3) Potrebbero essere "una specie che, come noi, necessiti di una redenzione, ma non l'ha ottenuta". In tal caso, dice Lewis, "sarebbe nostro dovere predicare loro il Vangelo".
(4) Potrebbero essere "una razza completamente diabolica: [...] tutti incurabilmente corrotti e senza possibilità di riscattarsi". Insomma, si tratterebbe di quelli che la teologia conosce, ma solo come "spiriti del tutto immateriali. Allora un piccolo riaggiustamento sarebbe necessario".

Jean Guitton (Il Cristo della mia vita : dialoghi con J. Doré, Cinisello Balsamo : Paoline, 1988, pp.246-257 - grazie a Rita per la segnalazione):
"io penso che la redenzione compiuta da Gesù Cristo sul pianeta chiamato terra duemila anni fa è certamente in grado di salvare non soltanto il mondo ma tutti i mondi. Di conseguenza non vedo difficoltà né obiezioni che si oppongano a questo dato capitale della fede e della teologia. Nell'infinito della redenzione compiuta su questa terra vi è abbastanza ricchezza, splendore, sacrificio, amore, per salvare tutti gli uomini presenti, passati, futuri." (p.250)
"Poco importa che essa [l'incarnazione redentrice] abbia avuto luogo sul nostro pianeta soltanto o su miliardi di altri pianeti: essa ha la possibilità di illuminare, riscattare, salvare tutti i mondi. Su questo non ho alcun dubbio." (pp.250-251)
"Tenuto conto del numero di questi mondi e di varie umanità, Cristo avrebbe potuto incarnarsi più volte. Penso che il numero non abbia alcuna importanza: siamo nell'ordine della quantità, dunque su un piano accidentale, non su quello essenziale." (p.252)

Edited by Giorgio - bib - 16/7/2010, 15:19
 
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Fljll Flòi
view post Posted on 5/7/2010, 10:16




Alieni: cosa ne pensa la Chiesa?, nello speciale "Gli alieni: il contatto" di Mistero / Studio Aperto, 1 luglio 2010.

Padre José Gabriel Funes, direttore della Specola Vaticana, dice che l'esistenza di altre creature, anche intelligenti, nell'universo non è in contrasto con la fede cristiana: Dio potrebbe aver creato esseri intelligenti anche altrove. Dice che quanto da lui detto (ndr: vedi post precedenti) non è nulla di nuovo e che non è una rivoluzione né per l'astronomia né per la teologia. Riferisce che padre Secchi lo diceva già verso il 1860. Precisa comunque che finora non abbiamo alcuna prova in assoluto sull'esistenza di forme di vita aliena. Può esserci qualcosa che non siamo riusciti a spiegare, ma non basta certo per attribuirlo ad alieni. Dice che non vede proprio perché la Chiesa dovrebbe tenere nascoste conoscenze sugli alieni se le avesse.

Forse spaventati dall'aver udito qualcosa di sensato, quelli di "Mistero" aggiungono comunque che è diffusa la convizione che la Chiesa sappia più di quel che dice.


@ Giorgio: può essere che il forum si sia "mangiato" o che per qualche altro motivo si sia persa la parte finale del tuo post che precede questo e che finisce con due punti e senza la chiusura della virgolette aperte sopra?

Edited by Fljll Flòi - 5/7/2010, 12:57
 
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view post Posted on 16/7/2010, 14:20
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CITAZIONE (Fljll Flòi @ 5/7/2010, 11:16)
@ Giorgio: può essere che il forum si sia "mangiato" o che per qualche altro motivo si sia persa la parte finale del tuo post che precede questo e che finisce con due punti e senza la chiusura della virgolette aperte sopra?

Non so è stato un errore mio o del forum. Comunque, ho rimediato. Grazie per l'avviso.
 
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3 replies since 11/11/2009, 10:13   529 views
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